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01 Ottobre 2023 ~ 0 Comments

Aridaje con lo spread

Ci risiamo. Le incaute dichiarazioni degli esponenti governativi riattivano il forno dello spread. La politica del nostro Paese, sovranista e non, sembra non aver imparato la lezione dei mercati. Già Berlusconi nel 2011, pur in presenza di una solida maggioranza parlamentare, ha dovuto arrendersi alla forza dei marosi alimentati dalla sfiducia nei confronti del nostro sistema paese. 

Negli anni successivi le avventate dichiarazioni dei leader nazionali hanno portato spesso i tassi di interesse, sul debito pubblico, a impennarsi a vantaggio di finanziatori esterni più e meno organizzati. 

Va ricordato, a chi non sia pratico della materia, che le casse dello Stato sono vuote, e il fabbisogno, vale a dire le risorse necessarie a pagare salari, stipendi, pensioni e spese sanitarie, viene coperto da prestiti. Vendendo BOT a risparmiatori nazionali ed esteri, la nostra pubblica amministrazione recupera i soldi che servono ai pagamenti mensili, che non sono coperti dalla colletta delle tasse.

I risparmiatori si chiedono due cose: i BOT che compriamo dall’Italia manterranno il loro valore nel tempo? che premio mi garantisce lo Stato italiano, per convincermi a comprare il suo debito?

Se i leader governativi offrono risposte ambigue a queste domande, soprattutto in fasi in cui i flussi finanziari sono molto mobili, i risparmiatori e soprattutto le agenzie che organizzano i loro investimenti, tendono a chiedere tassi di interesse più elevati.

Gli umori del mercato riflettono l’ansia dei risparmiatori in termini immediati. Sono bastate poche ore, giovedì 28 settembre 2023, per veder impennare lo spread fino a 200 punti (differenza rispetto all’interesse pagato sui BOT tedeschi) dopo le incaute dichiarazioni di Giorgetti.  

Il nostro ministro delle finanze ha detto che il governo di cui fa parte oggi continuerà a spendere in deficit, per colpa delle decisioni assunte dai governi di cui ha fatto parte ieri. Un osservatore distaccato si è posto quindi domanda: ma Giorgetti, ci fa o ci è?

Anche il più sprovveduto investitore sa che i ministri di un governo politico parlano al popolo e non ai mercati. Giorgetti, almeno fino a ieri, aveva assunto un profilo distaccato, tecnico, rispettoso dei risparmiatori e delle loro aspettative. Quando però ha fatto finta di non sapere da quali decisioni, a cui il suo leader di partito ha direttamente partecipato, derivino il debito e il deficit attuale, anche l’investitore più sprovveduto ha iniziato a domandarsi se sia il caso di fidarsi di lui.

La risposta si è vista nell’impennata dello spread di giovedì 28 settembre pomeriggio. Poca cosa, s’intende, ma non è un caso che ciò sia avvenuto nel giorno del giudizio sul primo anno dell’amministrazione Meloni e a poche ore da una riunione importante sulla legge finanziaria. Aridaje, si sono detti i mercati. Film già visto.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (1 ottobre 2023)

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