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11 Agosto 2023 ~ 0 Comments

Venezia: una classe dirigente incapace di progettare il futuro

Nei giorni scorsi sono comparsi, in contemporanea su molti quotidiani, attacchi espliciti alla “classe dirigente” veneziana, ritenuta incapace di programmare uno sviluppo sostenibile per Venezia. La città è ormai ridotta al rango di un albergo diffuso, all’interno del quale ogni attività, che non sia di servizio agli ospiti, è, di fatto, svantaggiata. Turisti e visitatori hanno la precedenza su tutto, mentre ai residenti non resta altro da fare che mettersi in coda. Questa è la tesi. L’UNESCO si dissocia, mentre Brunetta, Costa e altri notabili cittadini alzano paratie di difesa delle amministrazioni locali.

Il tema è intrigante, perché tocca tre questioni interconnesse. In primo luogo il rapporto tra comunità e classe dirigente. In secondo luogo il rapporto tra classe dirigente e strumenti di programmazione dello sviluppo. In terzo luogo il rapporto tra strumenti di programmazione e obiettivi misurabili non tanto in termini di reddito e occupazione, quanto di relazioni sociali, processi di accumulazione e soddisfazione personale dei residenti.

Partiamo dalla questione della classe dirigente. A parole si è sempre dichiarata favorevole a un rilancio di Venezia come capitale della sostenibilità e della cultura. Nei fatti è stata incapace perfino di pianificare la sostituzione dei mezzi di trasporto più inquinanti (i “vaporetti”) e de-congestionare gli accessi e il traffico pedonale. È prigioniera di un modello turistico “estrattivo”, che non investe sul futuro della città. E, pur essendo composta da illustri intellettuali, sembra non aver letto i saggi di Acemoglu e Robinson o quelli della Ostrom tradotti da Marsilio. È una classe dirigente che coltiva un rapporto malato con i residenti e non costruisce rapporti virtuosi con gli stakeholder esterni interessati a collocare Venezia all’interno di reti alternative a quella dei tour operator. 

E veniamo al tema degli strumenti di programmazione. Non esiste a Venezia nulla di simile alle Spettabili Reggenze delle nostre comunità montane, studiate proprio dalla Ostrom come modello autoctono di preservazione dei beni comuni. E non esiste più nulla di paragonabile al Maggior Consiglio. Le amministrazioni locali, disperse, dipendono tutte da fonti esterne (come l’UNESCO) o da finanziamenti costruiti secondo logiche politiche. Hanno totalmente perso autonomia, coesione e visione. Università inclusa.

Ma quali sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile, non solo del turismo, che la comunità cittadina intende perseguire? Al momento non è dato sapere. Venezia potrebbe diventare una metropoli, o almeno la capitale del Veneto, ma continua a rappresentarsi come un parco giochi. Induce un fenomeno di selezione avversa, che allontana i residenti interessati a investire su fondaci e servizi di nuova concezione e attira invece i venditori di perline.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (11 agosto 2023)

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