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31 Luglio 2023 ~ 0 Comments

Il “rombo” del cambiamento climatico

Sono troppo giovane per ricordare il rumore dei bombardieri alleati sulle nostre città. Ma sono abbastanza vecchio da ricordare il rombo dei bombardieri NATO in volo verso la Serbia.

Ho assistito a temporali di tutti i tipi e subito i danni di quelli estivi, svariate volte nella mia vita. La frequenza delle grandinate negli ultimi anni non mi impressiona, così come la forma delle nubi, dei cirro-cumuli a evoluzione verticale, che ricordo di aver notato la prima volta durante un viaggio in America Latina. Oggi sono fenomeni consueti da noi e ben rappresentano il cambiamento del clima, da temperato a tropicale. 

La pianura padana non è mai stata un posto secco e ventilato, ma gli sbalzi di temperatura tra gli interni climatizzati e l’aria esterna a 35° sono oggi gli stessi che mi hanno impressionato a Rio de Janeiro e Hong Kong nel secolo scorso. Oggi sono la normalità sui Colli Berici.

Non appartengo alla “setta climatica” di cui parlano i giornali negazionisti, stampati apposta per far polemiche sul nulla e agitare il rancore popolare. Rimestano nella melma per pescare nel torbido. Sono tollerante nei confronti degli scienziati che solitamente non vengono chiamati in televisione, perché giudicano la fase di riscaldamento globale un fenomeno guidato più dalla natura che dall’Uomo. E tuttavia, da analista dei rischi economici e ambientali, non posso fare a meno di notare quanto i cambiamenti in corso siano sottovalutati a tutti i livelli di governo. 

Sono cambiamenti pesanti, che producono effetti negativi non solo sull’agricoltura, ma anche sulle altre attività produttive e sulla vita quotidiana di migliaia di famiglie che si trovano con l’auto o con la casa danneggiata. E però le autorità di governo continuano a bollare i fenomeni estremi come un’eccezione, destinata a lasciare presto il posto a un futuro più tranquillo, per l’aria, l’acqua, le colture. Un’esagerazione alimentata da millenaristi intellettuali.

Questo atteggiamento, che non può essere neppure classificato come fatalista, rimanda a strategie di governo (nazionali e locali) il cui unico obiettivo è “passare la nottata” senza far nulla. Capita con il clima e con le attività produttive, che sarebbe meglio definire “improduttive”, visto che stanno in piedi a 4 Euro l’ora. 

In questo contesto, il rombo dei temporali di questa notte (tra il 24 e il 25 luglio 2023) mi è apparso, per la prima volta, come una minaccia seria, un segno dei tempi, una cosa mai sentita prima. Fragore di vento e grandine, misto al fracasso di treni merci in ferrovia e TIR di corsa in autostrada, bombardieri in avvicinamento e sassi, tanti sassi e urla di lapidatori scatenati contro la mia casa. 

Un’allucinazione? Certo. Ma quando il rombo è finito, sono uscito fuori e studiare opportuni sistemi di difesa. Per conto mio. Perché i miei governanti si affidano alla sorte.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (31 luglio 2023)

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