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07 Luglio 2023 ~ 0 Comments

La politica monetaria della BCE non è “contro” l’Italia

Quando l’Italia è entrata nell’area Euro mi sono sentito al sicuro. Al sicuro da cosa? Dalla irresponsabilità delle classi dirigenti nazionali, che non hanno mai fatto del “rigore” un punto fermo della politica economica nazionale. A vent’anni di distanza non mi pento di quella percezione e continuo a confidare, a differenza della maggioranza degli italiani, nel ruolo protettivo della politica economica europea.

Attenzione! Non sto dicendo che l’Europa vada bene così com’è. Esercita, ad esempio, un impatto negativo sulla produttività dei nostri uffici. La logica dei bandi e della spesa orientata a obiettivi standard, decisi a Bruxelles, non induce alcuna innovazione. Anzi. Lo spazio dedicato ai negoziati formali si estende in modo esponenziale, senza risultati. PNRR insegna.

Tuttavia, a livello macroeconomico l’Europa ha senza dubbio soddisfatto l’obiettivo di difendere il risparmio e sostenere l’occupazione. Oggi nessuno ricorda più le galoppate inflazionistiche degli anni ’80 e ’90, in larga misura collegate alla svalutazione della Lira, e la distruzione di patrimonio finanziario che la crescita dei prezzi ha provocato. E nessuno parla della crisi di produttività che blocca gli aumenti salariali da più di vent’anni.

La mai sopita opposizione all’Europa viene oggi cavalcata dal governo, non solo sul MES, ma anche sulle decisioni della BCE. L’Europa, che sceglie la strada del rigore, viene paragonata a una maestrina cattiva e irragionevole, piena di pregiudizi, che i tutori dell’interesse nazionale devono tenere a bada, da bravi pater familias. 

Lagarde impersona anche fisicamente il ruolo della maestrina impertinente, ideologica e cocciuta. E tuttavia, nonostante i tanti errori che le possono essere attribuiti, non si può dire che voglia a tutti i costi la stretta creditizia, solo per fare un piacere ai tedeschi e molestare gli italiani.

Dopo la fase di espansione della liquidità, avviata da Draghi per far fronte alla recessione del 2009, e più tardi per ridurre gli effetti negativi dalla pandemia e del rallentamento del commercio globale, la frenata BCE era ampiamente prevista. La necessità di chiudere i rubinetti, proprio per impedire la crescita dei prezzi e l’invisibile erosione del risparmio indotta da un’inflazione troppo alta, è stata preannunciata per tempo, sia in Europa che negli Stati Uniti.

Non c’è nessun complotto anti-italiano in corso. Anzi. Gli aiuti del PNRR stanno a dimostrare il contrario. Le politiche espansive, che hanno impedito finora la recessione e aumentato a livelli record export nazionale e occupazione, vanno temperate, per difendere risparmio nazionale. Non facciamo i furbi. 

C’è meno liquidità in circolazione e abbiamo aumentato il debito. Dobbiamo trovare nuovi creditori. Questo è il problema. Degli italiani, non della Meloni. Cosa può farci sentire più sicuri?

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (7 luglio 2023)

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