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27 Giugno 2023 ~ 0 Comments

L’industria, la politica e la sfida competitiva

L’assemblea di Veneto Est, l’associazione delle imprese industriali di Padova, Treviso e Venezia, costituisce un passo avanti nella lunga marcia verso la costruzione di una “periferia competitiva” (come raccomandano Giulio Buciuni e Giancarlo Corò). Una lunga marcia della società civile, che non si interseca con la Politica. A differenza di quanto accade in Emilia e Lombardia, dove l’interazione tra programmi a lungo termine degli imprenditori e programmi dell’amministrazione vanno a braccetto.

Nel sistema veneto prevale una divisione del lavoro tra le due componenti. All’Industria spetta il compito di delineare progetti di investimento futuro, mentre alla Politica spetta il compito di curare l’immagine esterna del territorio, più che l’organizzazione della rete. Il ruolo defilato degli uffici regionali è contraltare della funzione affidata alla comunicazione.

Qui nasce il problema delle convergenze parallele tra mondo dell’Industria e mondo della Politica, che potrebbe avere un punto di svolta in corrispondenza delle prossime elezioni regionali del 2025. Regge ancora il modello tradizionale? Può permettersi la nostra “periferia competitiva” di avanzare senza un dialogo stretto con la Politica?

Tra due anni molta acqua sarà passata sotti i ponti e vedremo quali saranno i temi di frontiera e le emergenze attorno a cui si attiverà l’attenzione degli elettori. E tuttavia è ben visibile fin da ora, una linea di frattura tra i due pezzi del sistema, che dovrebbe essere meglio valutata.

Gli imprenditori di Veneto Est puntano dritto a una logica di integrazione. Guardano con sospetto alla rinascita dei feudi provinciali e alle faide di campanile, poiché credono che una periferia competitiva debba assumere il profilo un’area metropolitana integrata, sia pure di nuova concezione: una rete di città, che si sviluppa a partire da processi di convergenza “intelligente”.

La Politica, dal canto opposto, guarda al territorio come una infinita serie di comunità separate, tradizionali, da governare secondo lo schema “centro-periferia”. Basta guardare alle modalità di gestione dei bandi. L’autonomia dei territori e delle intese programmatiche d’area è negata alla radice, nonostante la retorica partecipativa. Non si attivano processi di convergenza “intelligente”, a livello regionale. Ognun per sé.

Queste traiettorie sono destinate a confliggere tra loro. Anche perché cresce a doppia cifra la constituency del terziario avanzato e del turismo, che resta dipendente da logiche organizzative tradizionali, fatte di elusione fiscale e spesa pubblica, più che investimenti a rete (intelligente) e modelli avanzati di organizzazione. Processi aggregativi tipo Veneto Est sono sconosciuti in altre associazioni. 

La manifattura resta il perno dell’economia locale, ma non trova un contesto in linea con le proprie aspettative.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (27 Giugno 2023)

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