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21 Giugno 2023 ~ 0 Comments

Pensiero liberale e fisco

Oltre i cattivi maestri del “pizzo di Stato”, per la logica razionale e comunitaria del “caffè sospeso”

La questione fiscale è uno dei nodi irrisolti del nostro Paese, perché oggetto di battaglie ideologiche e non di una strategia di comunicazione adeguata tra lo Stato e il Contribuente. 

Lo Stato siamo noi. Giorgia Meloni sa bene che il caffè sospeso (da pagare, non da consumare!) non è il risultato dei governi di sinistra, ma di una lunga serie di amnesie e di errori dei tanti governi “politici” della Prima e della Seconda Repubblica, che non hanno cambiato lo Stato. Il carico fiscale è pesante per colpa dei tanti padri e dei nonni, complici di quei governi, che hanno lasciato conti da pagare, a figli e nipoti. 

Per fortuna ci sono stati governi “tecnici”, di tanto in tanto, che hanno imposto aggiustamenti e sacrifici, frenando la corsa al debito. E lo hanno fatto, parlando chiaro agli italiani, come i politici non sanno o non possono fare.

Dini nel 1996 e Fornero nel 2011 hanno salvato i conti della previdenza, mentre Prodi e Berlusconi, hanno lasciato correre. Prigionieri della propria coalizione, hanno dovuto rinviare il problema. Il primo ha venduto i gioielli di famiglia, per stabilizzare il rapporto debito/PIL, ma non ha toccato le spese. Il secondo, dopo anni di prediche sulla necessità di abbattere lo Stato “comunista”, non ha toccato le entrate. Renzi con gli 80 Euro non è stato da meno, così come Salvini e Conte, con quota 100, flat tax, 110%…

Giorgia Meloni può scagliare la prima pietra, perché è rimasta esclusa dai governi passati (tranne uno). Ma, se vuole davvero un nuovo Stato-Nazione, deve assumersi la responsabilità di interrompere il gioco del cerino e proporre un patto chiaro agli italiani. Deve spiegare che, per ridurre il debito e allentare la morsa fiscale, servono riforme condivise e soprattutto una nuova cultura del fisco e della previdenza.

Paragonare lo Stato alla Mafia è sbagliato. Significa reiterare, con parole nuove, il cattivo insegnamento di Berlusconi. Alla Mafia il “pizzo” non si paga! Ma lo Stato siamo noi! E il noi-Stato deve essere in grado di investire in modo produttivo le risorse del PNRR, non deve farsi condizionare dalle componenti politiche che agitano, ancora oggi, lo spettro della Fornero e del MES, non deve lasciare caffè sospesi ai nipoti (da pagare!). Deve costruire un nuovo patto con il noi-Contribuente.

In questa direzione il governo Meloni può fare qualcosa per gli autonomi. Il contezioso fiscale esplode, in questa categoria di contribuenti, perché il noi-Stato non educa il noi-Contribuente a mettere da parte un caffè, al momento dell’incasso, per non arrivare alla scadenza annuale con il cassetto vuoto. Dovrebbe imporre versamenti mensili, previdenziali e come ritenuta. 

I protagonisti della rivoluzione liberale devono essere richiamati al rigore e alla responsabilità, non accarezzati con flat tax, polemiche sul pizzo e promesse di condoni. 

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (21 Giugno 2023)

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