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06 Maggio 2023 ~ 0 Comments

Decreto Lavoro e Concertazione

In attesa degli effetti dei nuovi provvedimenti sul lavoro annunciati dal governo, per transitare dal vecchio mondo dei salariati, in perenne bilico e con lo spettro della disoccupazione e della precarietà, a un sistema con piena ed efficiente allocazione dell’occupazione che riconosca professionalità e competenze, occorre puntare su logiche di condivisione e partecipazione dei lavoratori nei destini dell’impresa”.

Con questo sibillino commento alla giornata del 1° Maggio, il neo Presidente del CNEL Renato Brunetta, introduce il suo giudizio favorevole alla proposta di legge della CISL sulla partecipazione. Premetto che sono un estimatore di Brunetta, come professore di economia del lavoro e Presidente del CNEL, più che rappresentante di una componente politica. 

Perché dunque ritengo sibillino il suo commento. Perché l’atteggiamento del governo Meloni è quello della definitiva chiusura della stagione di concertazione, avviata da Ciampi con l’Accordo di Luglio 1993. 

Per provare a modernizzare l’Italia e accrescere la produttività dei fattori, per molti anni le parti sociali sono state ammesse a un meccanismo di governance paritaria delle decisioni relative alla gestione del mercato del lavoro. Oggi la Meloni ha stabilito che quel meccanismo non c’è più.

E dunque, di quale partecipazione si parla nei documenti governativi che si propongono di transitare il lavoro dalla precarietà al pieno ed efficiente riconoscimento di professionalità e competenze? In che modo i lavoratori saranno chiamati a condividere i destini dell’impresa e, aggiungo io, della PPAA?

Al momento non è dato sapere. Gli osservatori comuni, che sono condannati a leggere le norme tra le righe, per capire quale modello di governance esse nascondano, devono avere pazienza.

Per spiegare questo passaggio invito a leggere Wikipedia. Secondo la nota enciclopedia universale, l’attività di governance consiste nel “designare l’attività concreta di governo (più che le istituzioni di governo formali, per le quali si usa il termine government), facendo quindi riferimento alle dinamiche, ai procedimenti effettivi e ai concreti partecipanti al processo di policy making(cioè il processo durante il quale una politica pubblica viene formulata e attuata), e non solo a ciò che è formalmente previsto a priori dalle norme di riferimento”.

Stante l’atteggiamento governativo del 1° Maggio 2023 si capisce che i tavoli di concertazione non sono più sede di policy making. Quali altre sedi istituzionali saranno dedicate a questa missione (per condividere i destini dell’impresa e, aggiungo io, della PPAA) sarà forse più chiaro in futuro, nei provvedimenti pubblicati in Gazzetta. Forse. 

Intanto, dice Brunetta, il progetto di legge della CISL, che prevede amministratori, garanti e commissioni paritetiche di vario tipo, ve bene, perché salva l’autonomia delle parti.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (6 Maggio 2023)

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