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27 Aprile 2023 ~ 0 Comments

PNRR e sistema paese. Lo schema degli schieramenti contrapposti non aiuta

Dopo la pausa del 25 Aprile si riapre la discussione sul PNRR e sull’organizzazione della macchina pubblica. Scendono in campo esperti di tutte le scuole economiche e amministrative, per dare suggerimenti e provare a impedire che si realizzi la profezia, che si auto-avvera, di un sistema Paese incapace di progettare il proprio futuro. Per parte mia ho sempre sostenuto che governi di larghe intese (tipo Große Koalition tedesca) sono l’unica strada che può consentire l’attuazione di riforme strutturali, in sistemi politici e amministrativi che hanno bisogno di modernizzarsi, ma non dispongono di una strategia condivisa. 

Quanto sta accadendo nei paesi anglosassoni mi conferma nella mia opinione. La gestione della Brexit, portata avanti a colpi di fiducia dai conservatori inglesi, non sembra assicurare ai cittadini britannici, né benessere, né stabilità dell’esecutivo. Il conflitto, alimentato da Trump, tra cittadini delle città alfa, residenti nelle aree costiere, e cittadini delle città “rotte”, residenti nelle aree interne degli Stati Uniti, non produce né una migliore distribuzione del reddito, né un’immagine rassicurante della maggiore democrazia occidentale.

La gestione del PNRR in Italia, a colpi di decisioni “politiche”, di un governo di parte, sia pure in un contesto di presunta continuità con il passato, conferma la prospettiva. Per riorganizzare la macchina pubblica, mortificata dall’assenza di strategie, a destra come a sinistra, per oltre 50 anni, servirebbe un accordo bipartisan. Che non c’è. In un Paese diviso e che non ha mai risolto i conflitti di competenza, non solo a livello centrale, ma anche a livello periferico, c’è grande bisogno di convergenza. Che però è di là da venire.

La responsabilità di questo esito è dei partiti di centro-destra (Forza Italia e Lega), che hanno deciso di porre fine al governo di unità nazionale. Ma è anche degli elettori, che hanno deciso di attribuire il compito delle riforme a un partito (Fratelli d’Italia) che, per sua natura, è divisivo e può procedere solo a colpi di maggioranza.

In questa situazione in-costituente, dove nessuno sa cosa fare, i giocatori, scarsi, buttano il pallone in tribuna.

Nonostante lo slogan elettorale “Siamo Pronti”, è a tutti evidente che i ministri e vice-ministri del Governo Meloni non sono preparati a gestire i fondi europei, così come non lo sono gli amministratori locali e regionali, a Nord come a Sud. L’aver tolto di mezzo l’unica persona in grado di assumersi responsabilità chiare nella gestione emergenza (il Cincinnato Draghi) rende impossibile la controprova. Ma lascia ampio spazio alla deleteria pratica dello scarica-barile.

A destra si gioca a chi la spara più alta. A sinistra si cerca un Nemico, magari facile, come il Fascismo, che non c’è più, perché finito, miseramente, 80 anni fa. Intanto il PNRR resta sospeso.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (27 Aprile 2023)

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