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19 Gennaio 2023 ~ 0 Comments

Il “regionalismo” veneto

Abbiamo letto con un po’ di delusione l’intervista di Luca Zaia al Corriere della Sera (Domenica 15 gennaio 2023). Dopo anni di discussioni sull’autonomia, il nostro governatore è sempre fermo allo stesso punto. Quello delle enunciazioni generiche e del confronto muscolare. Invece di dimostrare, dati alla mano, che i principi del federalismo assicurano un sistema istituzionale più efficiente, responsabile e trasparente, e su questo costruire un’alleanza politica nazionale, Zaia insiste nel dire agli altri governatori e alle forze politiche della sua maggioranza che devono fare un atto di fede nei confronti dei benefici dell’autonomia differenziata. 

Da convinti sostenitori di un federalismo economico e sociale, oltre che politico, ci permettiamo qualche osservazione critica a questa impostazione. Abbiamo sempre ritenuto il sistema Veneto un’anomalia positiva nel contesto nazionale ed europeo. La partecipazione dei cittadini, delle famiglie-impresa e delle associazioni alla gestione del bene comune – distretto produttivo, commerciale, turistico o sanitario che sia – è un valore al quale non vogliamo rinunciare. E ci siamo sempre battuti perché il nostro sistema abbia una rappresentanza istituzionale adeguata alla propria specificità. Per questo abbiamo sostenuto pubblicamente il referendum del 2017, certi che l’apertura di una discussione vera sull’assetto istituzionale del paese e delle regioni, potesse portare solo benefici.

Tuttavia non siamo affatto soddisfatti del modo in cui la questione è stata gestita, nel dibattito nazionale e, soprattutto, non siamo affatto soddisfatti, da cittadini attivi, delle applicazioni concrete del federalismo all’interno della nostra regione. 

La frammentazione dei livelli di governo del territorio si affianca, nel Veneto, a una moltiplicazione degli “enti strumentali” (come sullo stesso numero del Corriere ci ricorda Gian Antonio Stella) che rende non solo farraginoso il percorso decisionale, ma anche più opaco il sistema delle responsabilità. Possiamo fare diversi esempi nell’area dello sviluppo economico, in quella della sanità o dei beni comuni fondamentali come le infrastrutture, l’acqua e il suolo.

Tra qualche mese rischiamo di non avere acqua nei rubinetti e, nonostante l’esistenza di un commissario straordinario all’emergenza idrica e diverse soluzioni possibili per rigenerare il patrimonio delle falde acquifere, la macchina amministrativa regionale fatica a distribuire compiti, risorse e responsabilità agli innumerevoli attori che sulla materia hanno il dovere di intervenire. 

Prima di predicare l’autonomia agli altri, prima di legittimare a gran voce il ritorno delle province (un ulteriore livello istituzionale di cui non sentiamo proprio bisogno), possiamo vedere uno straccio di regionalismo bene applicato, e su questo costruire un progetto di riforma federalista dello Stato?

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (19 Gennaio 2023)

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