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14 Gennaio 2023 ~ 0 Comments

Il teatro dei pupi

La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. In questo modo Karl Marx commenta il colpo di stato di Luigi Bonaparte, nel dicembre del 1851, a suo giudizio soltanto una pallida imitazione del colpo di scena, storicamente rilevante, del 18 brumaio 1799 a Parigi, che ha posto fine al Direttorio.

Potremmo riprendere il suo aforisma per descrivere quanto stiamo vedendo, in questi primi giorni del 2023, dalle parti di Brasilia. In modo del tutto simile alle truppe cammellate di Trump, scatenate all’attacco del Campidoglio di Washington il 6 gennaio 2021, i sostenitori di Bolsonaro si sono esibiti, l’8 gennaio 2023, in un attacco al Planalto di Brasilia, che rievoca i fasti di tifoserie calcistiche di altri contesti.

Vincere le elezioni, magari con pochi voti di scarto, in un paese democratico, è diventato un evento inaccettato, che giustifica la reazione rabbiosa da parte degli sconfitti.

Crisi della democrazia? 

Certamente sì, se i rappresentanti eletti dalla maggioranza interpretano la vittoria elettorale come legittimazione a far ingoiare alla minoranza i valori, i principi e anche gli atti deliberativi della propria fazione, senza alcun rispetto per il punto di vista dell’avversario. Questo succede più spesso nelle democrazie dell’alternanza, senza pesi e contrappesi, caratterizzate da spoils system che legittimano vere e proprie espugnazioni delle istituzioni da parte dei vincitori. Tuttavia accade anche nelle democrazie parlamentari, come quella francese o italiana, che garantiscono ai cittadini una relativa neutralità dello Stato, rispetto alle compagini governative.

Il vero problema è tuttavia la deriva della politica, in Occidente, poiché quest’ultima tende ad imitare i comportamenti tipici delle tifoserie, mettendo in scena azioni spettacolari (senza conseguenze effettive), a puro beneficio dei media. Una politica che è sempre più teatro dei pupi e sempre meno merito e concretezza.

Per questo l’assalto ai palazzi del governo assume i toni della farsa, più che del colpo di stato. Pochi di noi hanno preso sul serio le gesta di Jake Angeli, l’uomo con le corna, che a torso nudo ha dato l’assalto al Campidoglio. E pochi di noi pensano oggi che il futuro di Lula o del Brasile sia in pericolo a causa di gruppi di facinorosi avvolti nella bandiera nazionale, appoggiati dai generali.

È vero invece che i partiti-tifosi stanno diventando una piaga delle società occidentali. Invece di diffondere la cultura del “buon governo” nel lungo periodo si limitano a perseguire il successo elettorale e mediatico a breve termine. Come se la vita del paese fosse una sequenza infinita di brevi partite.

Questa sì è una svolta importante, di portata storica, in Occidente. E, come diceva Marx, potrebbe presentare, la prima volta, il carattere della tragedia.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (14 Gennaio 2023)

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