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06 Gennaio 2023 ~ 0 Comments

In Veneto comanda Zaia

Lo scontro tra Zaia e Crisanti mette in evidenza questioni specifiche della nostra cultura regionale. Non mi riferisco soltanto alla cultura veneta dell’autonomia, ma anche e soprattutto al rapporto che esiste tra governatori e sanità nel nostro Paese.

Chi comanda nel sistema sanitario? Questo è il punto.

In tutte le regioni, Veneto e Lombardia in testa, a prescindere dalla qualità del servizio, comandano i governatori, cioè la politica. Ai medici viene lasciata poca autonomia, mentre le decisioni fondamentali vengono assunte dai burocrati regionali e dai governatori in prima persona. Zaia lo sta rivendicando come un valore, proprio in questi giorni.

I medici e gli scienziati vogliono cambiare la forma del bisturi o dei test di gravidanza? Prima si candidino e ricevano il sostegno popolare, unica vera fonte di legittimazione.

Durante la crisi del Covid, nel Veneto, ha sempre comandato Zaia. Sia nella fase in cui ha scommesso sulla linea Crisanti, sia nella fase in cui ha optato per linea Rigoli-Palù. In Lombardia, ha sempre deciso Fontana, per il tramite dei suoi assessori (Gallera e Moratti), sia nella fase critica Lodi-Codogno, sia nella fase della seconda emergenza.

I governatori non lasciano spazio agli esperti di prima linea.

In Veneto si aggiunge una questione specifica. Il conflitto esplicito tra eletti del popolo e imprenditori, da un lato, e rappresentanti della cultura, dall’altro. I veneti diffidano degli studiosi e dei paradigmi scientifici. Da sempre. Preferiscono la pura empiria, l’esperienza concreta. 

I giovani del territorio, quelli a cui piace studiare, lo imparano presto. Cari ragazzi, dicono i veci, Noialtri ghemo fato la tersa media; tuti quei che ga studià pi de noialtri, i ga la machina più piccola de la nostra!

Ciapa e tasi! 

I risultati economici, la buona qualità dei servizi socio-sanitari, la grande diffusione del volontariato, vengono citati a conferma dell’impostazione. Opposta a quella degli emiliani, ad esempio, che ai professori, come Bianchi e Prodi, o ai manager indipendenti, come Pontremoli, affidano spesso ruoli importanti. 

Nel Veneto è il popolo che decide la forma del tampone o del bisturi, perché questo dice la legge non scritta della regione. Crisanti (teron) non poteva saperlo. E si è schiantato contro il muro della mono-cultura locale e del potere assoluto di chi comanda nel suo settore. Un settore in cui c’è poco spazio di autonomia per la ricerca e non contano i titoli conquistati a livello internazionale e nelle riviste più prestigiose.

Non è una buona notizia per i pazienti, che attendono in coda gli algoritmi di prenotazione, ma questa è la legge. Chi non si piega, comunista è e dunque eretico da bruciare. Candidarsi nelle file del PD è stato l’errore più grande che Andrea, lo zanzarologo immigrato, poteva fare.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (6 Gennaio 2023)

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