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26 Settembre 2022 ~ 0 Comments

Oltre Samarcanda. I dilemmi di Putin e Xi Jinping

Xi Jinping e Vladimir Putin hanno lo stesso problema: come andare oltre le ideologie occidentali. L’idea di una rivoluzione anti-capitalistica, di un modello di governance alternativo al mercato e alla costruzione dello sviluppo dal basso, per via democratica, non riesce a emergere dai loro gruppi dirigenti.

I russi, a fine Ottocento, hanno tentato di realizzare nel loro paese quella rivoluzione che gli intellettuali europei, tedeschi in primo luogo, avevano immaginato per l’Europa. Si sono convinti della possibilità di effettuare l’esperimento nel proprio paese, nel 1917, e fino a Stalin e Breznev hanno fatto il possibile per dimostrare di essere più bravi degli occidentali, nella realizzazione delle loro stesse idee. Gorbaciov, l’uomo nero dell’Unione Sovietica, ha detto, a un certo punto, che bisognava cambiare direzione. Perché insistere su un modello sbagliato, abbandonato dagli stessi democratici occidentali? Ecco allora l’ipotesi della Perestroika e il progetto della Grande Madre Russia, basato sull’esercito, la Chiesa Ortodossa e le istituzioni oligarchiche, come alternativa al neo-liberismo occidentale, ma anche al comunismo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

I cinesi, ai tempi di Mao, si sono incamminati anche loro sotto le bandiere del contrasto al capitalismo. Hanno fatto passi falsi enormi, soprattutto all’epoca della Rivoluzione Culturale. Ma a un certo punto, grazie a Deng Xiao Ping, hanno iniziato a dire che il disegno illuministico di Marx e Lenin non aveva molto senso in Cina e che bisognava intraprendere una nuova lunga marcia in direzione opposta. Hanno messo in piedi un modello di sviluppo autoctono, basato su un mix di capitalismo e dirigismo mandarino, arrivando, con Xi Jinping, a lanciare l’idea di una Via della Seta e di un confronto aperto con gli occidentali, sul terreno delle realizzazioni concrete più che delle ideologie. Anche loro però non hanno fatto molta strada.

Insomma Xi e Vladimir vogliono smarcarsi dai modelli occidentali, recuperando autonomia, anche culturale, dalle ideologie importate. Spingono la base sociale contro l’Occidente, ma non sono ancora in grado di offrire una visione convincente, oltre il nazionalismo e la guerra.

O meglio, Xi (assieme e in conflitto con Modi) pensa di far leva sul primato della collettività sull’individuo, tipicamente orientale, come elemento di forza. Meglio dei giapponesi. Vladimir invece insiste sul nazionalismo e sul militarismo verticistico come strumenti di governo. Ma non offre un modello interessante.

A Samarcanda qualcuno glielo ha detto: se vuoi sfidare davvero l’Occidente, devi farlo a partire dalle nostre basi culturali, quelle tipicamente orientali, che possono portare oltre il liberismo e il comunismo. 

Lui ha preso tempo. Ha detto che ci pensa…

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (26 settembre 2022)

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