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25 Agosto 2022 ~ 0 Comments

Comari, commercialisti e teoria economica

Ah, che nostalgia per le battute di una volta. Il governo Spadolini, per dire, cadde per «la lite delle comari», scambio al vetriolo, ma coltissimo, tra due ministri primedonne, il democristiano Beniamino Andreatta e il socialista Rino Formica. Formica: «Se un professore che ha studiato a Cambridge e si è specializzato in India perde le staffe e usa un linguaggio da ballatoio vuol dire che abbiamo una comare come Lord dello scacchiere». Risposta di Andreatta sulle colonne de Il Popolo (quotidiano della DC dell’epoca – ndr): «Parla un commercialista di Bari esperto in fallimenti e in bancarotta». Era il novembre 1982, avevamo appena vinto il Mundial, Matteo Renzi andava in seconda elementare. 

Ho trovato gustoso questo riferimento allo scambio di quarant’anni fa, riportato nel sito di Repubblica, poiché ci aiuta a interpretare lo scambio avvenuto in questi giorni, sulle pagine del Corriere della Sera, tra Giulio Tremonti e Carlo Cottarelli. Il primo, ministro dei governi Berlusconi, ben rappresenta la visione economica del centro-destra. Il secondo, esperto italiano del Fondo Monetario Internazionale, conosciuto dal grande pubblico per la spending review, ben rappresenta la visione economica del centro-sinistra.


Naturalmente tutto è cambiato. Tremonti è un fiscalista milanese e Cottarelli non si è espresso in modo inadeguato e non ha fatto cadere governi. E tuttavia, il battibecco tra i due, entrambi candidati alle prossime elezioni, è interessante per capire l’oggetto del contendere, tra destra e sinistra economica, e a ragionare sulle prospettive future.

Cottarelli insiste a dire (come Andreatta un tempo) che, per rompere il circuito vizioso del debito c’è un unico soggetto che può concretamente agire, l’unico che non ha vincoli di bilancio: al giorno d’oggi è l’Europa. Mentre gli altri agenti privati e anche gli stati nazionali devono rispettare il patto di stabilità. Ragionare da “commercialisti”, avendo come riferimento le regole che guidano i soggetti privati e gli stati nazionali, può portare a conseguenze letali per il nostro Paese. Il quasi default del 2011 lo dimostra.

Non è vero! Ribatte Tremonti (come Formica a suo tempo). I governi di centro-destra si sono sempre comportati in modo coerente e continueranno a farlo in futuro, proprio perché sono guidati da commercialisti e imprenditori, che sanno fare i conti. L’Italia va male e andrà male in futuro se governata da “macro-economisti” di sinistra, che si appellano a teoremi intellettuali indimostrati, invece che al buon senso dei padri di famiglia e dei capitani d’impresa.

Una disputa accademica? Direi di no. Perché esiste una ragione per cui abbiamo dovuto ricorrere agli economisti, ultimo e non ultimo Draghi, per mettere una pezza ai buchi di bilancio aperti dai praticoni dei partiti e dagli statalisti incompetenti.

© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (25 agosto 2022)

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