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03 Maggio 2022 ~ 0 Comments

Il fronte interno

I movimenti no-Vax, rapidamente diventati pro-Putin dall’inizio della guerra in Ucraina, si ispirano a una struttura narrativa che può essere descritta come segue.

Gli italiani (ma anche molti europei) vivono in un regime autoritario. Un regime composto da un’ampia varietà di istituzioni, delle quali il Parlamento è la più debole. Un regime amministrato da poteri forti, vale a dire le istituzioni poco democratiche (banche, associazioni di grandi imprese, ministeri, grandi gruppi editoriali), guidate da una ristretta élite di non eletti.

I cittadini italiani (ed europei) non sono liberi, ma sottoposti alla dittatura di questi poteri forti, che decidono a suon di decreti, atti legali e illegali, mosse finanziarie, fuori dal controllo popolare. Il popolo non riesce a toccare palla e neppure ad avere informazioni veritiere. Dunque deve protestare e “resistere” nelle piazze.

Durante la pandemia è stato giusto contestare gli editti dell’Istituto Superiore di Sanità e il Comitato Tecnico-Scientifico, così come oggi è giusto combattere la NATO e i poteri occulti extra-nazionali, al soldo degli USA e dei trafficanti d’armi. Il vero spirito del Male è in Occidente. Nasconde il massacro dei russi nel Donbass e vuole continuare la guerra contro Putin, per arrivare al monopolio della forza.

La Russia e la Cina difendono i diritti dei più deboli, fanno quello che possono e stanno dunque dalla parte giusta del mondo. Per questo i leader ucraini devono arrendersi, perché sono dalla parte sbagliata della Storia e fanno, inconsapevolmente, il gioco dei cattivi. 

Questo genere di narrativa è condiviso da una parte dei 5Stelle anti-sistema, dalla Lega anti-europea, alleata di Orban e Le Pen. Trova consensi a sinistra, tra i libertari anti-NATO e in una parte della base cattolica di Papa Francesco. È il cemento di un fronte interno all’Italia e all’Europa, che cresce di giorno in giorno.

E, paradossalmente, è un fronte sovra-rappresentato nei mezzi di comunicazione, grazie a campioni dell’audience e del pensiero televisivo, come Travaglio e Orsini, e all’ampia pletora dei loro imitatori, che albergano, H24, nei talk show, nelle chat, nei social, nelle radio di periferia. 

Parliamoci chiaro, l’onda populista dei beati distruttori di pace non è scomparsa dopo il 2018. È alimentata da narrative come quella citata all’inizio e le elezioni francesi lo hanno evidenziato. Punta al superamento del sistema democratico occidentale, dei poteri e dei contropoteri che fanno ricca la civiltà Europea. Nell’illusione che il popolo sovrano, nelle chat, nei social, nelle piazze grilline e sardine e con i gilet gialli, sia in grado di governare il mondo in modo semplice e diretto, neanche attraverso il Parlamento, ma via social, via chat, nell’anonimo movimento di un tweet.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (3 Maggio 2022)

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