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28 Marzo 2022 ~ 0 Comments

Le regole del gioco

Mario, Olaf, Emmanuel e Joe stanno giocando a calcio. A un certo punto si presentano ai bordi del campo Vladimir e Xi.

Possiamo giocare con voi?” dicono i nuovi arrivati

Certo, venite!” dicono i padroni del campo confidando nella propria superiorità tattica e nella propria competenza. 

Dopo un po’ i nuovi arrivati si rendono conto che non riescono a toccare palla. Xi, a dire il vero, impara subito le regole del gioco e riesce a difendersi e anche a contrattaccare. Non è proprio un Maradona, ma nel gioco semplice e concreto non è affatto male. Qualche goal lo porta a casa. Vladimir, invece, proprio non ce la fa.

A un certo punto si stufa e, facendo appello alle proprie competenze personali, buca il pallone e dice a tutti gli altri: “Basta giocare a calcio! Adesso giochiamo a judo”. E comincia subito ad attaccare Mario, perché ha visto che è il più debole e lo pesta come si deve. Poi si rivolge a Olaf…

Tutti noi conosciamo questa storiella, perché l’abbiamo vissuta ai giardinetti vicino a casa. Alle fine l’abbiamo capita: in campo aperto, nel far west dei territori in cui ci sono solo “cittadini costituenti” a decidere a che gioco giocare; a volte si gioca a calcio e vincono i calciatori, a volte si gioca alla guerra e vincono i judoki. 

Negli anni della globalizzazione ha prevalso un gioco nel quale anche i poveracci come noi italiani, deboli dal punto di vista organizzativo, senza materie prime e molto divisi tra loro, hanno avuto la possibilità di segnare qualche goal. Adesso che Putin ha deciso di passare al gioco dei monopoli e dello scambio geo-politico tra grandi potenze, saremo probabilmente condannati a soffrire e torneremo poveri come un tempo.

Dovremo reinventare gli orti di guerra, riscoprire il lavoro manuale/artigiano per fabbricare beni essenziali con materie prime riciclate, dovremo tornare a investire nelle arti marziali, che non ci interessano, rimettere in sesto i terrazzamenti delle montagne e rinunciare alle vacanze al mare. Dovremo concordare con i partner europei modalità di difesa dei nostri confini, inventare nuovi sistemi di produzione, in campo energetico, alimentare, nelle comunicazioni…

Insomma, precipitati, nostro malgrado in un’epoca neo-medievale, dobbiamo imparare a sopravvivere in un contesto ostile. 

Di questo si discute oggi a Bruxelles. Ma la NATO e la UE non sono in grado di trovare una soluzione. Sono strumenti inadatti ad affrontare lo scenario globale scelto dai nuovi bulli di oggi: i russi che giocano nella coalizione dei BRICS. 

Come possiamo organizzare la prossima Yalta o la prossima Bretton Woods? Questo è il problema che i nostri leader hanno davanti. Ma non sembrano in grado di affrontarlo, perché sono prigionieri di strutture narrative incoerenti con la situazione descritta all’inizio.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (28 Marzo 2022)

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