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03 Marzo 2022 ~ 0 Comments

Assedi vecchi e nuovi

Non occorre essere grandi specialisti nell’arte della guerra, disciplina ormai abbandonata, e giustamente, nell’Europa Occidentale, per capire qual è la tattica di Putin e dei suoi “soldati”.

Assediare le principali città dell’Ucraina, affamare, avvelenare, i civili. Togliere loro la corrente elettrica, le riserve per il riscaldamento. Impedire ai leader locali e ai corrispondenti occidentali di comunicare tra loro per mantenere un minimo di coordinamento.

Inutile dire che la guerra lampo di Putin non ha raggiunto il suo scopo, perché Putin ha dalla sua parte il tempo. Le minacce ai paesi occidentali servono soltanto a impedire l’apertura di corridoi umanitari, per consentire agli ucraini di organizzare la resistenza. 

Una delle regole fondamentali di tutte le guerre, cui abbiamo assistito dal 1990 in poi, è che non esiste altra informazione che la propaganda orchestrata dagli uffici stampa degli eserciti contrapposti. Non regge il tentativo dei media occidentali, e degli stessi social, di dimostrare che dalla nostra parte l’informazione funziona, mentre all’altra l’informazione è negata o artefatta. 

Nell’epoca del controllo satellitare, nascondere i cartelli stradali ai conducenti dei carri armati può dare coraggio agli assediati, ma non modifica la tabella di marcia degli invasori. L’unico elemento su cui lavorare è il fattore umano. Anche il più bestiale assassino ha un punto debole. È lì che bisogna colpire. 

Voglio vedere cosa possono fare i carristi e i mitraglieri, nascosti all’interno delle loro cabine blindate, se a un certo punto, tutti gli abitanti di Kiev, nello stesso momento, uscissero in strada, cantando inni noti ai figli della Grande Madre Russia, per rompere l’assedio. Come accadde a Praga nel 1968.

Possono massacrare tutti i civili, uomini, donne e bambini. Sono abituati a farlo. Ma si scaverebbero la fossa con le proprie mani. È uno slancio onirico il mio, che cerca di interpretare non solo il coraggio degli ucraini, che in questi giorni assemblano molotov, imparano a maneggiare coltelli, fucili da caccia e trappole di ogni tipo, come i Vietcong nella giungla, ma anche le nuove emozioni che attraversano la mente degli europei, quelli che oggi sono, temporaneamente, al sicuro.

Ci sono tante modalità di reagire a un assedio, alla tracotanza di una grande potenza. Jan Palach e i monaci buddisti di Saigon hanno scelto una strada efficace, come Ghandi nella sua campagna di liberazione dai sovranisti inglesi. Ma anche gli attivisti di Al Qaeda hanno saputo inventare una soluzione efficace, bypassando lo scudo spaziale americano e attaccando le Torri Gemelle. 

Putin e i suoi soldatini ordinati non possono resistere a lungo. Sono circondati. Sono assediati da miliardi di cervelli in movimento. Niente è più come prima.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (3 Marzo 2022)

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