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29 Dicembre 2021 ~ 0 Comments

Oriente e Occidente davanti alla pandemia

La quarta ondata ha troncato di netto la speranza di venire a capo della pandemia attraverso le vaccinazioni. In Occidente. In Oriente nessuno si è fatto illusioni. Fin dal principio. Cina, Giappone, Corea, allenati ai problemi della SARS e dell’aviaria, hanno agito soprattutto nella prevenzione sul territorio. Non hanno neanche cercato di contrastare l’infezione negli ospedali.

Lo ricordiamo tutti. Ai tempi del primo focolaio di Wuhan, Cina e Corea non solo avevano già i magazzini pieni di tamponi e mascherine, ma hanno allestito un articolato sistema di controllo sociale, attraverso l’impiego di green pass e check point rigorosi. Ricordiamo tutti la segmentazione dello spazio urbano di Wuhan, attraverso la costruzione di transenne di strada e addirittura di condominio. Lockdown stretto e immediato per tutti, consegna dei beni di prima necessità a domicilio e Covid Hospital di emergenza.

Attraverso questo genere di protocolli un paese come la Cina, un miliardo e 700 milioni di abitanti, si permette oggi di avere 176 contagiati in tutto il paese. Corea e Giappone, pur disponendo di vaccini, tengono sotto controllo la proliferazione dei contagi.

In Occidente, questo genere di strategia è stato escluso alla radice. Nessuna limitazione della libertà personale. Investimento tecnologico sui vaccini e sui sistemi di cura. A distanza di tempo tuttavia, i paesi occidentali stanno tutti adottando sistemi di tracciamento e limitazione delle libertà personali analoghi a quelli orientali.

Pensiamo a quanto accade contro i no vax, ai lockdown che fioccano in specifici ambiti del sistema, come ristoranti e discoteche, i green pass con diversa gradazione, a seconda della tipologia di cittadino. Eppure, nonostante l’adozione di protocolli che puntano a limitare i contagi, nel territorio, nella società, persiste l’incrollabile convinzione che il virus si batte attraverso gli strumenti tecnologici e sanitari.

Pensiamo allo spazio dato ai virologi e agli infettivologi, non solo nel sistema della comunicazione, ma anche nelle centrali operative che decidono gli investimenti necessari a contrastare la pandemia. Quasi nullo è l’impegno nella prevenzione dei contagi, l’investimento su sistemi innovativi di distanziamento sociale, democratico.

L’Occidente non può rinunciare (almeno nella forma) alla libertà dell’individuo e si sente socialmente e tecnologicamente superiore all’Oriente. Protetto dai suoi vaccini. Ma non sta inventando soluzioni sociali adeguate ad arrestare la circolazione del virus nel territorio. E, come dicono molti esperti, il virus muta grazie alla circolazione e non sparisce se trova modo di riprodursi.

La pandemia si vince solo con un’intesa globale (Milanesi). Ma l’Occidente non ha dimostrato, finora, di saper dare un grande contributo alla vittoria finale.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (29 Dicembre 2021)

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