Home » Prima pagina » Lettera aperta al Ministro Vittorio Colao

15 Dicembre 2021 ~ 0 Comments

Lettera aperta al Ministro Vittorio Colao

Blocco dei treni venerdì 4 dicembre, a causa di un problema software nella gestione della rete ferroviaria, con gravi disagi per i passeggeri. Attacco hacker alla ULSS 6 Euganea, con gravi disagi per i cittadini nella provincia di Padova. Complicazioni a non finire per recuperare lo SPID, ore perse per l’invio di semplici fatture elettroniche, confusione nella gestione informatica delle comunicazioni nella PPAA, lavoro gratuito nell’autogestione dei servizi bancari…

Egregio Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, può dirci in cosa consiste la transizione digitale e quanto ci costa?

Lei ha dichiarato che lo Stato non può chiedere al cittadino informazioni che sono già in suo possesso. Giusto. Tutti ci aspettiamo benefici, semplificazione e trasparenza, personalizzazione dei servizi, grazie all’innovazione digitale nella PPAA. Soprattutto nel territorio: ULSS, scuole, enti locali, aziende pubbliche locali, ecc.

La via della transizione è tuttavia lastricata di escrescenze spinose, che sembrano moltiplicarsi come la gramigna. Mano a mano che il digitale si sviluppa, ci avviluppa in un groviglio di procedure, password e ID che richiedono sempre più tempo.

Attività semplicissime, come registrare un voto a scuola o all’università, emettere una fattura, prenotare un esame stanno diventando procedure complesse, che richiedono tempo. Tempo che il cittadino non ha. E che tuttavia il cittadino deve mettere a disposizione dello Stato (a tutti i livelli) o delle banche, a titolo gratuito, poiché ogni negligenza, ogni difetto software, ogni rischio informatico, ogni anomalia di sistema resta comunque a carico dell’utente.

Il cittadino sbaglia a pigiare un pulsante? Ne paga le conseguenze. Ha dimenticato la password? Sono affari suoi. Si rifiuta di accettare le condizioni imposte dall’operatore? Non riceve il servizio.

In parole povere, caro Ministro, o il processo di transizione digitale cambia direzione oppure ci troveremo presto davanti a un paradosso: il tempo dedicato ad apprendere le procedure e soprattutto a comprenderne le anomalie diventerà talmente ampio che non solo la fiducia nello Stato, ma anche nella tecnologia, crollerà a livelli pericolosi. Già oggi il cittadino deve “lavorare” alcuni mesi dell’anno, per pagare l’inefficienza della macchina pubblica e i debiti accumulati dalle generazioni passate. Se adesso deve dedicare altro tempo non solo a “lavorare” per la catena rifiuti, ma anche per la gestione delle informazioni, qualcosa rischia di rompersi nel suo rapporto con le istituzioni.

Egregio signor Ministro, credo lei abbia ben chiaro il tema che le proponiamo. Potrebbe rassicurarci del fatto che la transizione digitale non sarà un incubo? Quali misure ritiene di introdurre per limitare il rischio da noi qui evocato?

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (15 Dicembre 2021)

Leave a Reply