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14 Maggio 2021 ~ 0 Comments

Un paese migliore

Diventeremo un paese migliore? Possiamo sperare che le ombre del Covid, e della gestione oscura dei protocolli di salute pubblica, vengano spazzate via da un’estate sfolgorante? Siamo disposti a credere che il governo Draghi, nonostante le sue origini bastarde, riesca a inoculare linfa vitale nell’organismo stremato dell’Italia, più che dalla pandemia, da vent’anni di declino inarrestabile? Io spero proprio di sì. E’ già successo in passato e può succedere ancora.

I resoconti quotidiani sui contagi e sui decessi spariranno dagli schermi, così come i talk-show decadenti. Spariranno le deludenti discussioni sui nodi irrisolti della nostra economia e si comincerà a parlare di ricostruzione.

Alitalia non ci sarà più, assorbita da una compagnia europea, che tutti speriamo cambi nome. Da compagnia di bandiera, affiliata a un paese solo, possa essere compagnia continentale di servizio. Si chiami North-East o Central o South-West, non importa. Basta che funzioni, come Easyjet o Ryanair. Ilva è incamminata a non disturbare più i sonni dei tarantini, così come quelli dei ministri e presidenti di regione, costretti a inventare accordi e piani attaccati con lo sputo. Monte dei Paschi verrà inglobata in una banca universale, europea (Unicredit?) e tolta dalle cronache mondane. Idem per Società Autostrade, ANAS e, forse, le utility senza fondo della capitale.

Ci sarà un momento in cui faremo i conti solo con il nostro futuro, chiudendo la fase di avvicinamento all’Europa, aperta dal default del ‘92. E tutto questo accadrà in autunno.

La diatriba inconsistente delle regioni contro lo Stato e delle province contro le regioni non sarà più discussa nei telegiornali. Parleremo d’altro e ci concentreremo sulle condizioni di vita dei cittadini anziani e sul lavoro per i giovani.

Negli ultimi vent’anni, abbiamo ridotto a zero il vantaggio conquistato dai distretti e dalle medie aziende di fine ‘900. Siamo passati da un’economia industriale moderna, da un capitalismo vitale, che qualcuno ha definito dal volto umano, a una melassa informe, una pseudo società signorile che non riesce più neanche a investire. Che ha perso capacità imprenditoriale (nel pubblico come nel privato) e non riesce a immaginare strutture a rete, a elevato rendimento, sostitutive dei modelli desueti di impresa e di bottega.

In autunno però, ci libereremo di tutto questo, dei cimeli del passato, per darci un’agenda collettiva e nuove strutture di progetto, oltre la rappresentanza degli interessi e delle ideologie. Finalmente! E tutto questo grazie al governo Draghi, che negli anni a venire sarà ricordato come la signoria di Lorenzo il Magnifico alla vigilia del ‘500 e del Rinascimento. Un governo di svolta, capace di condurre l’Italia all’interno di una nuova epoca.

Non ci credete? Beh! Allora, come diceva Keynes, siete già morti.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (14 Maggio 2021)

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