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28 Marzo 2021 ~ 0 Comments

Il “sistema”

L’arrivo di Enrico Letta al vertice del PD, il partito che ha preso il posto della DC e del PCI nel ruolo di garante delle istituzioni nel paese, ha riaperto il dibattito sulle funzioni dell’élite, sulle regole di selezione della classe dirigente e sulla riorganizzazione della PPAA.

Letta è tornato dall’esilio, con l’obiettivo di cambiare il PD, dare una rappresentanza convincente ai segmenti di società civile che non si riconoscono nel “sistema”, e formare al contempo un gruppo dirigente in grado di affiancare Draghi nell’opera di restaurazione innovativa dello Stato.

Ce la farà a raggiungere questi obiettivi? Per trovare una risposta dobbiamo tornare al momento in cui Letta ha consegnato il famoso campanello, da Presidente del Consiglio, nelle mani di Matteo Renzi.

In quel preciso istante, buona parte della società italiana e in particolare il ceto imprenditoriale, ha pensato fosse cominciata davvero la “rottamazione”, con Renzi dalla parte giusta e Letta da quella sbagliata.

Non è stato così. Le correnti interne al PD, avverse alla rottamazione, hanno interdetto l’azione di Renzi, non solo in occasione del referendum costituzionale del 2016, ma anche successivamente, in svariate occasioni e sempre sotto le bandiere della stabilità. Che fine ha fatto l’ANAC? Come è cambiata la magistratura? Sono cambiati i boiardi di Stato al comando di CDP, ENEL, ENI, Telecom, RFI, ANAS e indirettamente Autostrade, ILVA, Alitalia, Monte del Paschi…?

Il Movimento 5Stelle, nato con l’obiettivo di aprire il “sistema” come una scatoletta ha colto il malumore della gente comune nel 2018, ma ha mancato clamorosamente l’obiettivo del cambiamento istituzionale. L’opposizione ha partecipato al buco nell’acqua, da quando Matteo Salvini si è insediato nel Palazzo d’Inverno, alleandosi con la statalista Meloni.

E adesso, non c’è più nessuno che si iscrive al partito dell’anti-politica (che mai è diventato genuinamente anti-sistema, nemmeno tra i seguaci di Di Battista) e non c’è più nessuno che eserciti seriamente il ruolo dell’opposizione a un regime dominato dalla casta dei burocrati e delle “manine”. La stampa poi, continua a mancare l’obiettivo, deviata com’è dal messaggio incauto di Stella e Rizzo, diventato luogo comune.

E intanto la casta del PD domina incontrastata. Ce la farà dunque Letta (ammesso che sia restauratore civico genuino, in pista per nome e per conto della sinistra avversa al sistema burocratico romano) a far saltare le logiche di corrente, a dare una mano a Draghi, senza lasciarsi trascinare a fondo dai finti oppositori dei condoni? Riuscirà a imporre regole chiare e trasparenti nella gestione dei vaccini, tagliando le manine che mandano avanti magistrati, professori, duchi del sottogoverno regionale, insegnanti fifoni e falsi difensori del bene “pubblico” contro il male “privato”?

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (9 Aprile 2021)

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