Home » Prima pagina » L’anomalia del governo Draghi

11 Febbraio 2021 ~ 0 Comments

L’anomalia del governo Draghi

Il Presidente Mattarella ha chiesto a Mario Draghi di assumere un ruolo analogo a quello di Cincinnato nell’antica Roma. Di fronte a una situazione di estrema emergenza, che i rappresentanti del popolo non sono in grado di affrontare per via ordinaria, ha dato a Draghi il compito di costruire una compagine di governo che si muova fuori dagli schemi, per evitare il collasso dell’economia.

I partiti sono chiamati ad appoggiare il nuovo governo, senza esitazioni, per aprire una fase nuova della vita nazionale: una nuova Ricostruzione. All’appello hanno risposto positivamente quasi tutti, come nel secondo dopoguerra. E’ totalmente inutile discutere le ragioni e i torti del passato e come sono arrivate al nuovo traguardo le vecchie forze politiche. Il Paese nel suo insieme deve prendere atto che è intervenuta una svolta e che le vecchie categorie interpretative non sono più valide.

Siamo comunque in uno stato di eccezione e non ha senso parlare di “maggioranze” a supporto dell’azione di Draghi. L’incarico a Draghi non è frutto di un accordo politico, ma di uno stato di necessità. In Parlamento non c’è alcuna maggioranza possibile e andare a elezioni significa non far fronte all’emergenza. E’ giocoforza affidarsi alle capacità personali di un mediatore indipendente, autorevole, che provi a disegnare una via uscita dalla crisi economica e dall’epidemia, e apra a nuove ipotesi costituenti. Tutto ciò che i governi “politici” Conte 1 e Conte 2 non sono stati in grado di fare.

I partiti e soprattutto i rappresentanti del popolo in Parlamento non sono in condizione di dare ordini e tanto meno di imporre a Draghi ministri di riferimento. Se avessero avuto idee e competenze le avrebbero già spese nei governi “politici” di cui sono stati protagonisti. E non ha senso tornare a elezioni, perché il popolo non ha strumenti adatti (partiti) a selezionare una classe dirigente diversa da quella che siede oggi in Parlamento.

Questo Matterella non lo ha detto. Lo ha lasciato intuire, quando ha indicato la strada del governo di unità nazionale. Ha chiesto ai parlamentari di oggi di iniziare la traversata nel deserto che deve portare a una Repubblica diversa. E questo dovrà accadere non tanto attraverso lo sviluppo di tradizionali alleanze politiche e di una “normale” dialettica maggioranza/opposizione, quanto piuttosto attraverso uno schema “asimmetrico” di interazione con Draghi.

Tutti in maggioranza e tutti in opposizione. Con fiducie a geometria variabile, a seconda dell’argomento. Prima i partiti, e i commentatori dei media, lo capiscono, meglio è. Perché bisogna fare la spola tra le istanze dei cittadini e delle regioni, una diversa dall’altra, e l’interesse generale del Paese, in un modo totalmente diverso. Ed è l’unico modo per uscire dal fallimento della politica che abbiamo conosciuto finora.

Leave a Reply