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01 Dicembre 2020 ~ 1 Comment

Sindacato e PPAA

Negli anni ’70, quando il sindacato italiano ha registrato i maggiori tassi di crescita, e di consenso, il tema centrale del ragionamento proposto, a iscritti e dirigenti, è la contestazione della “vecchia” organizzazione tayloristica del lavoro, alienante e improduttiva. Il sindacato di fabbrica si è impegnato, non solo nelle ristrutturazioni aziendali, per rendere i luoghi di produzione più umani, ma anche più efficienti. Ovviamente la contrattazione si è occupata di salario ed elementi accessori (ferie, straordinari, qualifiche e formazione), ma per una lunga fase ha tenuto al centro del quadro la “modernizzazione” del paese.

La contestazione delle forme organizzative fordiste o tayloriste è stata così forte da influenzare l’intera traiettoria dello sviluppo italiano negli anni ’80 e ’90, e ha portato il paese a far parte dei territori avanzati del mondo, grazie a forme organizzative efficienti e flessibili, come i distretti e le reti di piccola impresa. La CISL di Carniti discuteva di partecipazione e la CGIL di Trentin di “patto tra produttori”.

Questa dinamica non ha coinvolto, se non marginalmente, quella parte del mondo del lavoro che ha preferito rimanere prigioniera di logiche organizzative desuete: la Pubblica Amministrazione. Proprio in questo settore gli accordi di produttività e politica dei redditi dei primi anni ’90 sono stati salutati come il trionfo della mediazione politica, dello scambio tra moderazione salariale, posto sicuro e reddito di cittadinanza. In questo settore si sono imposti diritti e tutele che nulla hanno a che fare con l’efficienza del servizio fornito e con i risultati a favore dell’utenza finale.

In questi giorni, il sindacato confederale, nel pieno di una crisi senza precedenti, in cui l’inefficienza e l’arretratezza della PPAA appaiono in tutta la loro gravità, non trova altro da fare che aprire una vertenza, con tanto di sciopero, sulla questione salariale. Certo il momento è difficile e alcuni settori della PPAA stanno facendo sforzi straordinari per rispondere alla domanda di servizi in emergenza. Tuttavia, che non una sola parola sia spesa per mettere al centro del negoziato una proposta seria di ri-organizzazione del lavoro, in ragione dei risultati, è paradossale.

Come è cambiato il sindacato confederale! Non solo non parla più di modernizzazione del paese, ma divarica in modo irresponsabile il solco che già esiste tra lavoratori pubblici e privati, sia per quanto riguarda le dinamiche organizzative, che per quanto riguarda le tutele e le garanzie previdenziali.

In questo modo, rischia di mettere una pietra tombale sull’idea stessa che il sindacato sia una risorsa, capace di mettere al servizio del paese le competenze dei propri iscritti e lo spirito di responsabilità dei lavoratori.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (1 Dicembre 2020)

One Response to “Sindacato e PPAA”

  1. Florindo Oliverio 1 Dicembre 2020 at 16:24 Permalink

    « In questi giorni, il sindacato confederale, nel pieno di una crisi senza precedenti, in cui l’inefficienza e l’arretratezza della PPAA appaiono in tutta la loro gravità, non trova altro da fare che aprire una vertenza, con tanto di sciopero, sulla questione salariale. »
    Da queste parole si capisce che non ha nemmeno letto i motivi a base dello sciopero. Peccato. Per questo « difetto » di informazione il suo commento é poco più di un insieme di battute degne di un incontro tra amici al bar.


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