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04 Novembre 2020 ~ 0 Comments

Numeri, scienziati e riti voodoo

Non abbiamo dati sull’epidemia. Quelli disponibili non sono utili a pianificare interventi articolati a misura di una società complessa come la nostra. Nelle ultime settimane gli esperti della materia, virologi e analisti delle curve di contagio, hanno iniziato a mostrare segni di insofferenza nei confronti della politica, perché non segue uno schema razionale di azione contro il Coronavirus.

Continua ad attestarsi su indicazioni vaghe e riti voodoo. Come altro si possono chiamare le manifestazioni di piazza contro le mascherine, il vilipendio chiassoso della comunità scientifica, gli attacchi quasi personali a medici e infermieri?

Ilaria Capua è stata la prima a gettare la spugna. Da Floris, a Di Martedì, ha dichiarato che tutto si sarebbe aspettata, tranne l’onda negazionista. Poi Massimo Galli ha annunciato che non intende più partecipare a trasmissioni televisive. E’ tutto inutile!

La politica continua ad andare per conto suo. Mette in onda vecchi riti propiziatori che piacciono al popolo e soffia sul fuoco dell’oscurantismo. No al tracciamento informatico, no all’impiego dei dati sui positivi, no alla diffusione di informazioni per scopi scientifici. Sì alle carte inutili e alle autocertificazioni, Sì all’auto-determinazione delle categorie economiche e sindacali, Sì alle drammatizzazioni estreme con i lockdown nazionali e regionali.

Avanti così che tutto va bene! Ce la faremo!

Gli scienziati e gli analisti di numeri più competenti battono in ritirata. Rinunciano a commentare materiale statistico scadente e povero di notizie. Stanno lontani dai mezzi di informazione e rifiutano di collaborare.

Fa impressione. Nell’era di Internet, dei big data e annessi e connessi, si procede ancora con la carta carbone, gli editti raffazzonati, le linee guida (di destra e di sinistra) decise nel chiuso di qualche ufficio, senza tener conto della reale articolazione della società. Eppure c’è grande bisogno di azioni mirate, costruite su informazioni puntuali aggiornate, all’altezza di una società che dice di essere scientifica e tecnologica.

E’ giunto il momento di cambiare canale. Gli scienziati lo stanno facendo e iniziano finalmente a convergere. Escono dal chiacchiericcio e cominciano a selezionare, con metodo, i punti fermi della battaglia al Coronavirus. A distanza di pochi giorni, Crisanti e Ricolfi, con altri esperti, hanno pubblicato un proprio decalogo e Giordano e Vespignani hanno fatto altrettanto sulle pagine del Corriere. E’ la direzione giusta. Ma bisogna convergere ancora e dare, alla politica e ai cittadini, indicazioni e strumenti univoci di salvezza, dalla pandemia e dai riti voodoo.

C’è ancora un ruolo per gli scienziati, per i medici di territorio, che tracciano i contagi al telefono. Un ruolo che può e deve essere valorizzato. Altrimenti non ce la facciamo.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (4 Novembre 2020)

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