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16 Ottobre 2020 ~ 0 Comments

Everybody’s fine!

Ieri a Venezia non c’è stata acqua alta. Il MOSE ha funzionato e le troupe dei telegiornali sono sparite da Piazza San Marco. Niente interviste ai negozianti, niente polemiche tra opposte fazioni, niente spettacolo. Normalità. Nuova normalità. Per gli artefici del miracolo, neanche una foto. La normalità non è spendibile in conferenza stampa.

All’epoca dell’alluvione di Vicenza (1° novembre 2010) è accaduta la stessa cosa. Hanno avuto grande visibilità mediatica e grande consenso gli amministratori che, non avendo fatto i compiti a casa, si sono trovati con la pala in mano e la tuta della Protezione Civile. Gli amministratori che invece avevano fatto, per tempo, lavori di protezione degli argini, non hanno avuto neppure una menzione in quindicesima pagina.

Fare il proprio dovere, programmare in anticipo, organizzare bene la macchina pubblica, nel nostro paese, politicamente non paga.

Questo accade anche per il Coronavirus. Nei comuni e nelle province nelle quali la salute di territorio funziona (pochi ma ci sono) gli artefici del benessere collettivo non hanno alcuna visibilità. Non sono presi a riferimento come innovatori, esploratori di soluzioni potenzialmente trasferibili altrove. Restano cittadini semplici, che fanno il loro dovere. Ma non fanno notizia. Sono inutili alla narrativa politica, che ha bisogni di eroi e di eretici da bruciare.

Per esempio, gli esperti che, per tempo e in modo documentato, si sono permessi di sollecitare la prevenzione, sono stati inondati di contumelie, esposti al pubblico ludibrio, come corresponsabili dell’infezione. Neutralizzati dagli altoparlanti del popolo.

Agli italiani piace emozionarsi dalla poltrona. I loro attori preferiti, nelle sceneggiate dell’emergenza, vestono tute fosforescenti, armeggiano attorno a tronchi divelti, fango e detriti, viaggiano in elicottero su ponti crollati, dispensano hit di successo mondiale: “Non è il momento delle polemiche. Siamo stufi dei soliti soloni e degli scienziati. Dobbiamo rimboccarci le maniche.

Già si prepara il remake. La sigla è già partita.

Qui da noi tutto va bene. Siamo attrezzati e pronti meglio di altri. Abbiamo algoritmi autoctoni che ci assistono nelle decisioni. Certo… “se” per colpa di altri, che mangiano topi e si infiltrano nel tessuto sano della nostra comunità, “se” per colpa delle autorità nazionali e internazionali, che sbagliano le linee guida, dovesse aumentare la pressione sulle terapie intensive, allora saremo pronti a reagire. Non c’è ancora emergenza. Ma vedrete che arriverà!

I cittadini preparano i popcorn. “Mamma, quando torna il governatore?” chiedono i bambini impazienti. Tutto è pronto. Già circolano i trailer delle puntate da non perdere: a Natale chiusure causate dai disfattisti! Everybody’s fine. Il remake sta per cominciare.

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