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03 Giugno 2020 ~ 0 Comments

COVID 19: istruttiva esperienza di federalismo

La crisi da Cornonavirus è arrivata al momento giusto, proprio quando le autorità di governo, e il ministro Boccia in primo luogo, stavano affrontando il tema dell’autonomia differenziata. Le modalità di gestione della crisi, in un contesto di contrasti aperti tra governo nazionale e regioni, e tra le regioni stesse, hanno messo in evidenza i limiti dell’assetto istituzionale attuale, ma anche i pregi di uno schema di gioco comparativo.

Hanno offerto una simulazione efficace di cosa potrebbe essere il nostro paese, nel caso in cui lo schema federalista fosse esteso a materie diverse dalla sanità.

Alla vigilia del lockdown erano in molti a scommettere sul tracollo del sistema sanitario nazionale, affidato alle regioni. Non è stato così. E non solo perché l’epidemia ha toccato solo marginalmente le regioni meridionali. E’ scattato un meccanismo comparativo e competitivo che ha messo a punto, e a nudo, le reali capacità delle singole amministrazioni. Ha reso più semplice per i cittadini valutare la qualità delle scelte effettuate, a vari livelli, dalla classe dirigente del paese.

Se uno degli obiettivi del federalismo è portare il livello del controllo sull’azione pubblica più vicino ai cittadini, bisogna dire che la crisi da Coronavirus ha dimostrato che questo è possibile. E senza che le differenze e i conflitti tra le regioni, diventino un fattore di discriminazione o frattura tra i cittadini del Nord e del Sud. Anzi…

La qualità della classe politica, nel suo complesso, è stata messa sotto i riflettori in modo serio, proprio dal confronto sulle questioni di merito. I cittadini hanno avuto a disposizione informazioni puntuali sugli obiettivi dei diversi governatori (oltre che dei ministri e dei responsabili delle agenzie pubbliche titolate a intervenire) e hanno potuto misurare (dati alla mano) i risultati raggiunti da ciascuno. Si sono fatti un’idea molto precisa del valore della classe dirigente nazionale, nel suo insieme, grazie al confronto “federale” tra protagonisti.

Beninteso, il rumore di fondo dei vecchi schieramenti o l’inefficienza della burocrazia, hanno creato un velo di confusione. Ma la messa a nudo del sistema, sul merito dell’epidemia, la competizione tra servizi di informazione e l’allestimento di quotidiani strumenti di misura dei risultati (come le tabelle relative ai contagi), hanno offerto ai cittadini-elettori un’occasione unica per sperimentare cosa possono essere livelli nuovi di partecipazione e valutazione amministrativa.

L’esperimento ha funzionato. Gli italiani hanno capito che possono essere un popolo unito nella diversità e, grazie alla concorrenza leale, possono migliorare il quadro dei pesi e dei contrappesi che costituiscono il sale della nostra democrazia.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (Mercoledì 3 Giugno 2020)

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