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21 Maggio 2020 ~ 0 Comments

Frau Merkel e lo specchio dell’Italia

Frau Merkel non è simpatica agli Italiani. Per tante ragioni. Perché pensa che gli interessi tedeschi vengano prima di quelli europei, perché avvalla la narrativa delle cicale e delle formiche, nel rappresentare i paesi del Sud e i paesi del Nord, perché parla solo tedesco e si permette di irridere i nostri premier.

Frau Merkel è la personificazione dell’Europa matrigna. Forte con i deboli e debole con i forti. Dura nei confronti dei cittadini del Sud, quando non rispettano le regole di bilancio, morbida con gli imprenditori del Nord quando accumulano risorse, senza contribuire alla crescita, o con i propri conterranei, quando mettono a posto i conti in disordine, attraverso l’intervento (formalmente vietato) dello Stato Federale.

Per la proprietà transitiva l’antipatia della Merkel ricade sugli economisti italiani, come Prodi e Monti, fedeli alla causa europea. In un’Europa condizionata dalla cancelliera di ferro e da Macron, definirsi europei o pro-Euro suona peggio di una bestemmia. E tuttavia è l’unico modo per tutelare potere d’acquisto e patrimonio.

Non tutti gli italiani disoccupati o titolari di P.IVA sono cicale. Molti di essi sono in difficoltà, perché il contesto organizzativo in cui operano non li sostiene. E questo vale per molti greci e spagnoli, che annaspano su livelli di valore aggiunto insufficienti a garantire loro uno stile di vita europeo e servizi di assistenza sanitaria, sociale e previdenziale alla pari dei tedeschi, europei.

E tuttavia, è innegabile che gli italiani, o i greci, se lo sono cercato, quel contesto insostenibile, selezionando classi dirigenti inadeguate e accettando per troppo tempo regole istituzionali antiquate e sistemi gestionali da “terzo mondo”. L’obiezione degli Europei del Nord è fondata e non può essere semplicemente rinviata al mittente, con antipatia. C’è sempre un momento in cui anche le cicale devono guardarsi allo specchio. E questo è uno di quei momenti.

Gualtieri, Conte, Di Maio sono simpatici, perché promettono “contributi a fondo perduto”, come regalo senza contropartite, da parte di UE e BCE. Promettono più di quanto possono. Salvini, Borghi e Bagnai sono simpatici perché promettono svalutazioni competitive e Piani Marshall fantasmagorici. Ma non la raccontano tutta giusta. Marshall ha portato contributi agli europei, sconfitti, in cambio di un’organizzazione scientifica del lavoro, di un’industria in crescita e di precisi rendiconti di produttività. Non ha regalato nulla!

Siamo liberi di mantenere le simpatie e antipatie che vogliamo. Ma, prima o dopo, i conti con lo specchio li dobbiamo fare. E scopriremo che gli alleati europei non sono il nemico peggiore che abbiamo. Il nemico peggiore è nello specchio e ci guarda dritto negli occhi. E parla italiano. Al suo confronto Frau Merkel appare come una vera signora.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (Lunedì 25 Maggio 2020)

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