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10 Aprile 2020 ~ 0 Comments

Come ripartire?

Dal Territorio e dalle piattaforme e ICT di filiera!

Nonostante il dibattito in corso, le rassicurazioni delle autorità regionali e nazionali, le proposte delle forze sociali, un cittadino mediamente informato non riesce a capire due cose: come farà a uscire di casa, senza rinfocolare il rischio i nuovi contagi; come tornerà a essere produttivo, all’interno del “formicaio”, da una qualche postazione di lavoro, nuova o vecchia che sia.

Le aziende, non tutte, dicono di essere pronte a riattivare i processi, con piani di sicurezza adeguati, che consentano ai dipendenti di non cadere subito in malattia. I comuni e le autorità preposte al controllo del territorio, sono tuttavia caute, perché non hanno un buon controllo dei processi sociali e di mobilità.

Questa settimana c’è stata una prova generale di riapertura. Il decreto governativo dei codici ATECO e la regola di silenzio assenso (delle prefetture), hanno suonato la campana del “liberi tutti”. Le attività sono riprese con un ritmo e un’estensione più ampia di quella raccontata dai media e gli effetti di questa riapertura, saranno presto visibili, subito dopo Pasqua. Se la curva dei contagi dovesse continuare a calare, vuol dire che il regime “fiduciario” ha funzionato. Altrimenti qualcosa dovrà essere rapidamente rivisto.

I sindaci sono preoccupati. Sul fronte delle famiglie e dell’assistenza ai positivi, fanno già oggi fatica ad agire. Devono aiutare le persone in quarantena, organizzare servizi a domicilio e presidiare la mobilità. Tuttavia non hanno le informazioni necessarie a fare bene il proprio lavoro, perché non controllano le autorizzazioni delle prefetture, non ricevono indicazioni dai cittadini in quarantena (o dal servizio sanitario locale), non possono neppure organizzare la raccolta differenziata o i sistemi di mobilità e distribuzione di aiuto con cognizione di causa.

Il ricorso alla metafora bellica ha prodotto risultati positivi finora. Ha convinto i cittadini al distanziamento sociale. Tuttavia, la paura di perdere il lavoro e la farragine delle procedure di accesso ai contributi statali, stanno spostando l’attenzione di tutti sull’altra catena di comando, sempre presente sul territorio: quella gestita dagli imprenditori e dai manager che organizzano il “formicaio”.

Ora, il problema è come mettere insieme i due pezzi del sistema territoriale.

L’apertura dei flussi di fornitura non ha nulla a che vedere con i semplici divieti, con i codici ATECO e il passaporto di immunità personale. Ha molto a che fare, invece, con l’organizzazione dei flussi, dei prodotti finiti e dei componenti, con le relazioni produttive tra le persone. Flussi assistiti già oggi da piattaforme ICT di buon livello. E’ attorno a queste piattaforme che si può lavorare per sperimentare un modello efficiente di uscita dalla quarantena.

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