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21 Marzo 2020 ~ 0 Comments

Tre donne alla guida dell’Europa

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio (Vulpes pilum mutat, non mores – Svetonio). Mai fidarsi di un “personaggio” che cambia identità o assume posizioni incoerenti con il suo ruolo storico.

Tuttavia, noi scettici osservatori della crisi globale, non possiamo fare a meno di notare che uno dei personaggi chiave del teatro europeo, la Germania, è oggi rappresentato da tre donne, che possono/vogliono assumere un ruolo nuovo. E hanno un’occasione imperdibile, dato che altri protagonisti della tragedia globale (USA e UK) sono oggi rappresentati da leader ridicoli come Trump e Johnson.

Le tre donne sono: Angela Merkel, Ursula von del Leyen e Christine Lagarde. Lagarde non è tedesca di nascita, ma lo è diventata per salire al trono della BCE.

Angela Merkel è alla fine di una lunga carriera politica e non vuole ritirarsi a vita privata, lasciando una cattiva immagine di sé. E’ naturale per una grande statista, resistere con tutte le forze al rischio di essere ricordata come la causa principale della dissoluzione europea. Dopo anni di leadership a metà (la Merkel ha curato soprattutto gli interessi della Germania), forse, può tentare oggi di rafforzare l’egemonia della Germania in Europa, garantendo una mediazione tra paesi del Nord e paesi del Sud (+ Visegrad). E’ un’ambizione politica personale più che legittima.

Ursula von der Leyen è all’inizio di una promettente carriera, come Presidente della Commissione. E’ arrivata a quella posizione con l’appoggio determinante della Merkel e si muove di concerto con la grande leader tedesca. Vuole essere ricordata come la prima donna a guidare l’Unione e vuole lasciare il segno. Ha l’occasione di farlo, in questo frangente eccezionale, perché oggi come non mai gli stati sovrani sono disponibili a cedere sovranità a un “commissario” (sia pure in modo provvisorio come a Cincinnato). Deve muoversi al di sopra delle parti, attuando provvedimenti “federali” che consentono di vincere le guerra al Corona Virus e di costruire una strategia di rilancio economico dell’Europa.

Christine Lagarde ha fatto un passo falso clamoroso al primo appuntamento mondiale. In diretta, accettando i suggerimenti della componente “tedesca anti Merkel” (della Bundesbank), ha rilasciato dichiarazioni improvvide sullo spread e sui bond italiani, provocando la caduta delle borse europee. Ha bisogno di riscattare la propria immagine e non può che appoggiarsi a Merkel e von der Leyen per ripartire. Si è sempre qualificata come un “dirigente esecutivo” al servizio dei governi europei. Non ha la stoffa di Draghi e non può muoversi in proprio. Non ha altra strada che stringere un patto di ferro con von der Leyen e Merkel (portandosi dietro il consenso di Francia e Italia)

Le tre donne hanno quindi trovato un’intesa, a prendersi “cura” dell’Europa e a tentare un rilancio del federalismo nello scenario di una crisi globale che può far male ai singoli stati e ai cittadini europei (se continuano a muoversi in ordine sparso come da copione – vedi le Tragedie che abbiamo ipotizzato sulla base dei caratteri tradizionali). Non hanno alternative. Se non lo fanno, passeranno alla storia come responsabili del tracollo europeo.

Ecco allora che proposte come gli Eurobond di Monti (che oggi propone, furbescamente, di denominarli EUROPEAN HEALTH BONDS) diventano praticabili, così come la fine del Patto di Stabilità e i 750 miliardi della BCE

Qualcosa si muove in Europa. E attraverso le parole della Merkel, il lupo tedesco comincia a cambiare il pelo. Come peraltro hanno auspicato autorevoli osservatori italiani (Angelo Bolaffi, Gian Enrico Rusconi)

Noi scettici non ci fidiamo, ma negli ultimi giorni si è aperto uno spiraglio in Europa. La speranza che si interrompa la deriva del “tutti contro tutti”, e ci sia un rigurgito di coesione.

Grazie a tre donne

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