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25 Febbraio 2020 ~ 0 Comments

Ci vuole un Cincinnato per la guerra al “corona virus”

Servono misure eccezionali per far fronte a una situazione inedita

Quali sono le caratteristiche del nemico che abbiamo davanti e quali indicazioni dobbiamo seguire per combatterlo efficacemente?

Se non rispondiamo in modo semplice e tempestivo a questa domanda, facciamo solo confusione e non inneschiamo comportamenti coerenti con la guerra che stiamo combattendo.

C’è una moratoria della polemica politica e le amministrazioni di tutta Italia collaborano con il governo, al di là del colore politico. Ma non è abbastanza. Chiunque abbia seguito i dibattiti televisivi e le informazioni che circolano su tutti i media in questi giorni, si è accorto di un confronto, a tratti spigoloso, tra esperti di epidemie e rappresentanti delle istituzioni.

Con molto garbo e lontani da intenti polemici, gli esperti di epidemie tengono a ribadire alcuni concetti essenziali. In primo luogo il nemico è un “clandestino” in grado di superare i confini, le razze e le religioni. Non ha senso combatterlo con strumenti di tipo politico/sovranista. In altri termini, non ha senso organizzare quarantene a seconda del passaporto. In secondo luogo è un nemico che segue uno schema preciso di penetrazione: approfitta dei contatti umani. Più si è solidali e buonisti nei confronti dei nostri simili e più si collabora con il contagio. Per questa ragione è sensato ridurre le occasioni di incontro e, per un periodo, mantenere le distanze secondo procedure che gli esperti di epidemie ci possono raccomandare. In terzo luogo, e qui casca l’asino del modello organizzativo che abbiamo adottato finora, bisogna dare poteri straordinari a chi se ne intende di epidemie e chi ha strumenti utili per neutralizzare le malattie.

Sono i medici che dispongono di questi tipo di competenze, perché da sempre formati a seguire un paradigma indiziario e a concordare procedure e sistemi di informazione all’altezza di un virus.

Questi componenti della nostra società sono coloro ai quali ci affidiamo, nonostante i continui tentativi di delegittimazione, riduzione di poteri e responsabilità ad opera dei burocrati. I medici dispongono di una rete di relazioni sovra-regionale e sovra-nazionale, che possono usare per venire a capo del problema collettivo che stiamo vivendo.

Seguiamo, per una volta, le indicazioni che arrivano dai libri di scuola, delle elementari. E’ tra le persone competenti che possiamo trovare il Cincinnato cui dare poteri straordinari per venire a capo dell’emergenza. Questo significa che altri poteri e altre competenze (dalla Protezione Civile ai governi delle regioni, alle testate dei quotidiani) devono fare un passo indietro. Se questo non accade e insistiamo con il fai da te dei bar chiusi alle 18.00, delle palestre H24, degli influencer anti-vaccini su Facebook e degli editti amministrativi locali, non usciremo vivi da questa emergenza.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (Martedì 25 Febbraio 2020)

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