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05 Dicembre 2019 ~ 0 Comments

Veneto Sostenibile

La Regione Veneto ha deciso di investire sul tema della sostenibilità. L’ente regionale, che governa un territorio tra i più dinamici, ma anche più inquinati, del paese, vuole darsi da fare. Coinvolge, nella propria strategia ambientale e sociale, enti locali e istituzioni territoriali, che hanno un ruolo nella gestione delle risorse e della ricerca.

Le utilities ad esempio (le municipalizzate), nelle quali proprio i rappresentanti dei cittadini hanno compiti di indirizzo e investimento. E non sono sempre in prima linea sui temi della sostenibilità. Investono poco dal punto di vista della ricerca e non brillano, sempre, per innovazione.

L’ondata di interesse per i temi ambientali può dunque dare la scossa a un territorio interessato non solo a convergere sugli obiettivi posti dalle organizzazioni internazionali, ma anche a misurarsi con le proprie caratteristiche e il proprio specifico, unico, modello di sviluppo.

L’Unione Europea, attraverso il varo del prossimo programma quadro (Horizon Europe), punta a rivedere le tecniche di organizzazione industriale e gestione delle infrastrutture energetiche, nella direzione di una crescente eco-compatibilità e di un sempre minore impatto ambientale. Dopo aver lanciato l’obiettivo del 20-20-20 la UE è determinata a modificare i driver dello sviluppo continentale, nei prossimi sette anni, dall’automotive al turismo di massa, dal sistema energetico a quello dei trasporti.

Anche l’ONU sostiene un’Agenda al 2030, che punta al raggiungimento di 17 obiettivi critici per il miglioramento delle condizioni di vita sulla terra e per la sopravvivenza stessa del pianeta.

La Regione Veneto coglie questi stimoli esterni e pubblica un primo Report di Sostenibilità (presentato il 5 novembre a Venezia). Un report rassicurante, che mette in evidenza una situazione buona, in molti dei 17 ambiti considerati dall’ONU. Un risultato lusinghiero, che non induce a dormire sugli allori.

Proprio perché il Veneto è ben posizionato dal punto di vista dello sviluppo sostenibile, in un paese che è già abbastanza avanti nella classifica dei paesi virtuosi, può entrare a far parte del gruppo di testa dei territori pilota, quelli che intendono rigenerare la propria reputazione nel mondo.

Con il duplice effetto di affrontare alcuni buchi neri del territorio (inquinamento dell’aria, eredità negativa dell’industria nella Valle del Chiampo o nell’area di Marghera, solo per fare un esempio) e di riqualificare il vantaggio competitivo della propria economia con un sistema sociale che accetta la sfida della modernità sostenibile, come nuova frontiera della propria anomalia e autonomia.

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