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30 Marzo 2019 ~ 0 Comments

Brexit: un monito per i sovranisti europei

La vicenda della Brexit ci consegna alcune riflessioni sull’Europa e sulle conseguenze concrete delle politiche sovraniste, che possono essere utili al dibattito italiano sulle prossime elezioni.

In pochissimi mesi l’immagine degli inglesi e della più antica democrazia del mondo è cambiata. Per anni, non solo le regole elettorali e la netta distinzione tra laburisti e conservatori, ma anche le modalità di governo “british” sono state considerate un modello da imitare.

Il pragmatismo della Thatcher e di Blair, la capacità di conciliare vecchie consuetudini civili e innovazione, l’uso del sistema democratico come strumento per unire e ricompattare la comunità nazionale, davanti alle scelte, spesso drammatiche, che la storia propone, sono stati a lungo considerati un punto di forza del popolo inglese.

Oggi però, l’immagine del Regno Unito è offuscata dalle conseguenze pratiche del referendum sovranista. Gli inglesi sono sempre stati euroscettici, pur rimanendo un popolo aperto all’immigrazione e alla multiculturalità, senza pregiudizi nei confronti degli stranieri. Tuttavia, dal referendum a oggi sembrano diventati più chiusi, più spaccati e più confusi che mai.

Per la prima volta la controversia democratica non è ordinata, tra gli schieramenti politici tradizionali e i leader del momento. L’un contro l’altro armati sono gruppi sociali di diversa estrazione, quelli che vivono nell’ambiente globalizzato di Londra e quelli che ancora pascolano le pecore nei paesi di campagna. Allo stesso modo sono divisi i parlamentari che si confrontano, senza microfono e senza tanti fronzoli retorici, in un’aula che li costringe, anche fisicamente, al continuo “face to face”.

Il risvolto più grave di questa situazione è che, e non solo a parere degli osservatori esterni, la Brexit sta producendo effetti negativi all’interno del Regno Unito. Non solo in termini di possibile concreta riduzione del PIL o del valore della Sterlina, ma soprattutto di reputazione. Chi crede più, oggi, nel modello inglese?

C’è dunque una morale che possiamo ricavare da questa esperienza. Che anche il sovranismo ha le sue spine e che paradossalmente può produrre effetti negativi sul popolo più dell’apertura, per quanto problematica, ai mercati globali e alle istituzioni europee.

Nessuno oggi, in Inghilterra, può dire di rappresentare i 66 milioni di cittadini che si raccolgono sotto i vessilli della Union Jack. Il più importante risultato della politica sovranista è la crisi della coesione nazionale. Con uno strascico di polemiche, vertenze giudiziarie, conti da pagare e conflitti in seno al popolo, che solo i decenni potranno rimarginare.

Come si risolveranno i problemi della Gran Bretagna nessuno lo sa. E’ possibile però che la vicenda inglese induca qualche riflessione in altri contesti ultra-sovranisti.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (Sabato 30 Marzo 2019)

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