Home » Prima pagina » Governo giallo-verde e banche venete

13 Febbraio 2019 ~ 0 Comments

Governo giallo-verde e banche venete

I vicepremier promettono ristoro ai risparmiatori truffati. A norma di legge, possono farlo, ma solo per quelli che hanno “incautamente” acquistato azioni avariate e sono stati vittima di un reato specifico. Non possono millantare aiuti di Stato a tutti coloro che hanno perso quattrini.

Detto questo, vorrei porre un interrogativo scomodo più generale: dove erano i cittadini-risparmiatori e i loro rappresentanti, che si dichiarano oggi truffati da Zonin, con la complicità degli esperti di Consob e Banca d’Italia, quando le assemblee della Popolare di Vicenza o di Veneto Banca nominavano consigli di “truffatori”?

Mi risulta che quei cittadini-azionisti-risparmiatori (Zaia e Variati inclusi) partecipassero in massa alle assemblee di nomina degli organismi dirigenti delle banche, più o meno organizzati in liste promosse da associazioni di categoria e altre organizzazioni specializzate nella raccolta del consenso. Non mi pare di aver visto, all’epoca di queste assemblee, gilet gialli aggirarsi tra i partecipanti, né ho sentito grida di dissenso e appelli alla Banca d’Italia contro brogli elettorali perpetrati dai truffatori ai danni dei risparmiatori-azionisti.

Non vorrei, mutatis mutandis, che gli stessi risparmiatori fuggiti dalle popolari, e oggi tra i grandi sottoscrittori dei BOT sovranisti (emessi su garanzia dell’attuale governo e delle attuali autorità monetarie), ricorressero in futuro alla magistratura, quando i BOT perderanno valore, per avere indietro i propri risparmi. E non vorrei vedere un futuro governo, diverso da tutti quelli che lo hanno preceduto, tassare la maggioranza dei cittadini per ristorare gli incauti sottoscrittori di BOT.

La mia domanda sarà sempre la stessa: dov’erano i cittadini risparmiatori quando Tremonti, Renzi, Di Maio/Salvini cercavano di comprarsi l’arbitro delle autorità nazionali, contro Bruxelles?

La vicenda delle popolari è un’inquietante anticipazione di quanto potrebbe accadere nel momento di un vero default del sistema paese, quando i francesi, ad esempio, decidessero di non sottoscrivere il debito pubblico del nostro paese.

Gli attuali leader di governo devono stare attenti ad avallare un ragionamento che suona pressappoco così: noi non siamo responsabili di quello che facciamo, perché siamo semplici cittadini incompetenti; se la nostra azione è sbagliata, chiederemo collettivamente ristoro, allo Stato, tramite l’avvocato d’Italia.

In questo modo Di Maio e Salvini evocano una sorta di trionfo dell’irresponsabilità democratica!

E’ un messaggio che fa rabbrividire gli italiani che cercano di assumersi le proprie responsabilità e provano a esercitare un potere democratico di controllo, al momento giusto, nelle assemblee e nelle elezioni politiche.

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (Mercoledì 13 Febbraio 2019)

Leave a Reply