Home » Prima pagina » Quattro temi caldi per le europee

25 Gennaio 2019 ~ 0 Comments

Quattro temi caldi per le europee

I leader di governo (Di Maio e Salvini) si apprestano ad affrontare i prossimi mesi con un’agenda tutta centrata sulla campagna elettorale. Una campagna nella quale entrambi hanno interesse a enfatizzare il peso delle scelte europee sul popolo italiano e a ribaltare la responsabilità della situazione difficile, in cui il paese si trova, sui governi di emergenza, su Monti, Prodi e quanti sono venuti prima di loro. L’opposizione tace.

Tuttavia ci sono almeno quattro temi sui quali gli italiani attendono indicazioni, per capire se sia possibile invertire la tendenza: patto federativo europeo, riorganizzazione delle infrastrutture, ruolo e risorse per le autonomie, modello di sviluppo.

Sull’Europa e sull’Euro i leader di 5Stelle e Lega dovrebbero finalmente dire cosa vogliono fare. In termini concreti. Vogliono completare l’unione bancaria, dare impulso a una politica economica comune, fare squadra attorno all’Euro, oppure pensano che sia opportuno smontare tutto il baraccone?

Sulla riorganizzazione delle infrastrutture, intendono proseguire nei progetti di integrazione con gli altri paesi (TAV verso la Francia, nuovo corridoio da Trieste verso il Nord) oppure pensano che gli investimenti in ferrovia vadano bloccati e che gli italiani debbano continuare a viaggiare in aereo o far correre i propri dati su reti di comunicazione gestite da Google e Huawei?

Sul tema delle città e dei distretti, pensano sia opportuno investire su nuovi livelli di governo, che rendano i nostri territori più attrattivi e dinamici, oppure vogliono lasciare le amministrazioni statali (e locali) così come sono, macchine amministrative lente, povere di risorse, incapaci di investire su progetti di federalismo produttivo (anseatico)?

E, infine, sul modello di sviluppo, pensano di insistere sulla linea protezionista e assistenziale (manovra italiana e Jilet Gialli in Francia) oppure ritengono necessario costruire un patto nazionale (ed europeo) maggiormente orientato allo sviluppo, all’export e all’aumento della produttività?

La manifattura e la cultura sono ancora oggi due motori importanti per la nostra economia (Made in Italy e turismo d’élite), e anche per l’economia europea. Assicurano occupazione ai nostri giovani, ma non consentono di raggiungere un livello di reddito sufficiente a ridurre il debito prodotto dagli incauti genitori e dall’indolenza degli stati nazionali.

Visti i cambiamenti in corso a livello globale, sui quali i singoli stati sovrani non hanno voce in capitolo, quale progetto per l’Europa e per l’economia globale propongono le forze di governo?

Su questi temi, i cittadini e gli imprenditori attendono risposte. Perché non siamo messi bene. E se l’unica strategia alternativa alla vecchia UE è una replica della Brexit… cosa andiamo a votare?

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (25 Gennaio 2019)

Leave a Reply