Home » Prima pagina » Profumo di cambiamento nelle pensioni

26 Settembre 2018 ~ 0 Comments

Profumo di cambiamento nelle pensioni

Il pendolo della manovra sembra essersi spostato sul fronte delle pensioni, verso quota 100 e un attacco simbolico alla legge Fornero. I partiti di maggioranza potrebbero trovare, su questo fronte, un accordo e la quadratura del cerchio.

Il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’Economia potranno dire di aver tenuto fermo il deficit dello Stato. Di Maio e Salvini potranno sostenere di aver cambiato una legge invisa agli italiani, come da contratto, mettendo definitivamente fuori gioco quella élite, “tutto rigore e niente sentimenti”, che ha rovinato l’Italia negli ultimi anni.

Proprio sulle pensioni il governo potrebbe dare il profumo del cambiamento, senza mettere a rischio la tenuta di conti.

A togliere le castagne dal fuoco ai partiti di maggioranza ci ha pensato Mentana con un sondaggio (indagine SWG, presentata lunedì scorso al telegiornale de La7). Ha chiesto agli italiani di esprimersi sulla manovra. E gli italiani hanno detto: prima facciamo saltare la legge Fornero e poi avviamo il reddito di cittadinanza (per i più poveri) e la flat tax (per le partite IVA che non arrivano alla fine del mese).

E’ una scelta dettata dalla paura, dalla sfiducia nelle istituzioni, ma dà l’impressione al popolo di respirare, di sentire aria di cambiamento. Di Maio e Salvini si sono buttati a pesce su questa proposta.

Il primo problema è che, se c’è un ambito della vita collettiva nel quale è difficile introdurre principi di solidarietà e di cambiamento, è proprio quello delle pensioni. In quest’ambito, in Italia, ognuno pensa per sé, ai diritti acquisiti. Non importa chi paga alla fine. Non è un buon punto di partenza.

L’atteggiamento opportunista, egoista, del popolo, ha condizionato tutte le riforme varate finora, dai tempi di Treu e Dini, negli anni ’90. La mancanza di solidarietà nei confronti delle future generazioni ha consentito di rinviare la resa dei conti fino al governo Monti-Fornero e anche più tardi. Questo i mercati lo sanno.

Il secondo problema è che nella manovra non c’è alcun provvedimento che spieghi, ai ragazzi che si apprestano a ricevere il cerino lasciato acceso dai genitori, come si fa a trovare un’occupazione e un reddito adeguati a mantenere un tenore di vita di livello europeo, ma anche a pagare le pensioni dei più fortunati e gli interessi sul debito accumulato dalla Prima e dalla Seconda Repubblica.

Poco si dice dell’aumento di produttività, del lavoro e più in generale dei fattori, che possono assicurare la fine dalla paura. La Manovra del Popolo su questo fronte resta lacunosa, poco chiara e convincente. C’è da sperare che, una volta placata la sete di cambiamento della generazione presente, il governo ci faccia sapere come intende cambiare le condizioni di crescita della generazione futura. Anche su questo i mercati attendono lumi.

 

© Quotidiani Gruppo Editoriale L’Espresso (Mercoledì 26 Settembre 2018)

Leave a Reply