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18 Aprile 2018 ~ 0 Comments

Uomo forte a Nordest

Il sondaggio DEMOS di oggi accredita l’idea che il Nordest mantenga, da sempre, una speciale predilezione per l’uomo forte. Ma di quale uomo forte stiamo parlando? Quando un uomo forte c’è davvero, a Roma (Berlusconi nel 2010 o Renzi nel 2015), la predilezione diminuisce. Mentre la domanda di un leader autorevole torna a salire quando l’assetto parlamentare, romano, si fa confuso.

E’ come se la società civile del Nordest tributasse grande importanza ai rappresentati forti, ma pensando ai leader ragionali, più che a quelli nazionali: Galan e Zaia nel Veneto, Kessler e Dellai in Trentino, Illy in Friuli Venezia-Giulia.

Ça va sans dire, è un elemento costitutivo dell’indole politica dei nordestini il richiamo a una dimensione federalista, non “bizantina”, della leadership politica. E un po’ di insofferenza nei confronti dell’arena romana e delle sue litanie resta il fattore che più alimenta la passione per l’uomo forte, in una macro-regione che fa dell’autonomia un pilastro portante della propria identità.

Governatori “padri-padroni” sono qui ben tollerati, purché tutelino gli interessi e il patto sociale del territorio.

In Trentino Dellai e Kessler, in epoche diverse, hanno saputo interpretare bene questo ruolo, in un ambito nel quale il pensiero di una classe dirigente autoctona e una buona burocrazia sono stati determinanti: l’amministrazione innovativa. Hanno dimostrato di saper sciogliere i nodi, ridurre la confusione, scegliere e valorizzare le competenze dei funzionari.

In Friuli Venezia-Giulia e nel Veneto Illy, Galan e Zaia hanno invece rappresentato l’alterità, il modello sociale ed economico, più che l’amministrazione innovativa. Hanno assunto un ruolo non invasivo e decisionistico, una funzione che esalta la non interferenza del governo con le scelte della società civile e delle associazioni delle imprese. E a loro modo hanno impersonato un altro modello soddisfacente di uomo forte.

Tanto bene che, morto un papa (Galan), se ne è fatto subito un altro (Zaia), nel Veneto. Senza cambiare modello. Costruendo consenso attorno a un governatore del territorio, che difende l’autonomia.

Insomma la passione per l’uomo forte non mi convince, a Roma. E’ una passione ispirata da esperienze locali.

 

A Nordest prevale un modo di ragionare opposto a quello tipico di altre regioni, nelle quali il governo dell’economia e della cosa pubblica è spesso affidato a una classe dirigente composita, a una divisione dei poteri e delle responsabilità, tra la buona amministrazione locale e la conquista delle istituzioni romane.

Uomo forte sì, dunque, a Nordest, come regola generale, ma in una chiave federalista, autonomista. Uomo forte sì, ma con la briglia corta.

 

 

 

Pubblicato su Il Gazzettino del 18 aprile 2018 (© Il Gazzettino)

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