Home » Prima pagina » Il Nordest si fida dei comuni

31 Marzo 2018 ~ 0 Comments

Il Nordest si fida dei comuni

La fiducia nei confronti degli enti locali cresce negli ultimi vent’anni, simmetricamente alla sfiducia nello Stato centrale. Di fronte al declino del sistema paese i cittadini del Nordest cercano un appiglio sicuro vicino a casa. E non cambiano posizione, nonostante il risultato elettorale. Un nuovo ruolo per Roma? Meglio di no. Meglio istituzioni federaliste sulle quali esercitare un controllo diretto. Meglio il comune piuttosto che la regione.

In questa prospettiva possiamo trovare una chiave per capire perché, proprio a Nordest, il consenso nei confronti degli enti locali, e in particolare i comuni, è più alto che altrove.

I nostri sindaci si muovono con spirito civico, prestano attenzione ai temi concreti, del territorio. Lavorano per nome e per conto di tutti i cittadini. Sono sempre in trincea e ci difendono dallo Stato. E’ un dato di fatto, anche se non specifico del Nordest e non basta a giustificare la differenza.

Probabilmente la cultura federalista spiega un altro pezzo dell’alto grado di fiducia negli enti locali dalle nostre parti, ma non completamente. Il fatto dirimente è che il comune, dalle nostre parti, è un pezzo di Stato che ancora funziona. E’ riconosciuto e ha poteri, ancorché limitati.

Nei prossimi anni il Nordest potrà dimostrare che la maggiore autonomia serve a migliorare i servizi territoriali o la politica di programmazione. Ma non può farlo senza i comuni, perché anche le regioni e le province non sono un modello di efficienza e modernità. Per spostare la fiducia dei cittadini, il Nordest dovrà dare forma a istituzioni migliori, a livello sovra-comunale.

La competitività del sistema Italia è a rischio. Il tasso di produttività è calato e il debito pubblico aumentato, anche per colpa delle regioni. E quando la Banca Centrale Europea smetterà di comprare i titoli di stato italiani, anche le regioni dovranno recuperare efficienza, a partire da una seria riforma del proprio rapporto con gli enti locali e le agenzie di servizio pubblico locale, superando il ruolo intermedio delle province.

Senza un colpo di reni, senza maggiore forza e ruolo degli enti territoriali, anche il Nordest della ripresa e della buona manifattura non avrà le risorse necessarie a uscire stabilmente dalla crisi economica e istituzionale in cui è confinato. Assieme al resto del paese. E un colpo di reni può venire soltanto da una gestione associata e intelligente dei servizi pubblici locali. Nel Veneto forse anche dal rilancio di un progetto metropolitano.

Ma se l’attaccamento al “comune” non è sinonimo di conservazione, il Nordest ha l’opportunità di dimostrare che un patto efficiente tra comuni e regione è oggi possibile e utile per il resto del paese.

Pubblicato su Il Gazzettino del 28 marzo 2018 (© Il Gazzettino)

Leave a Reply