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23 Agosto 2016 ~ 0 Comments

Dove nascono le idee che fanno storia e su quali gambe camminano

Consiglio di guerra a bordo di una portaerei. La Merkel non ha la mantellina sulle spalle, come Roosevelt a Yalta, ma il clima di preoccupazione e di tensione per il futuro c’è tutto nelle immagini diffuse dai media. Così come la speranza che il meeting di Ventotene possa rappresentare una svolta per l’intera Europa, per combattere il terrorismo e superare le tensioni nazionalistiche che stanno minando le basi dello sviluppo, più ancora della burocrazia di Bruxelles.

Carcere Ventotene

 

 

Il carcere di Ventotene

 

 

 

Certo, l’incontro non è comparabile a Yalta ‘45 o a Roma ‘57.

L’immagine di Renzi, Merkel e Hollande fa sorridere gli appassionati di storia. La loro statura non è paragonabile a quella di Roosevelt, Churchill e Stalin. Per non parlare di De Gasperi, Schuman e Adenauer o di Spinelli, Rossi e Colorni.

Ma vale la pena di ricordare che ex ante, nel febbraio del ’45 a Yalta, nell’agosto del ’41 a Ventotene, o a Roma nel marzo del ’57, i protagonisti di quegli incontri memorabili non avevano alcuna certezza dell’importanza della loro azione.

Sono stati gli eventi, ex post, il contesto, la diffusa mobilitazione di organizzazioni politiche e partigiane di tutti i paesi, a far maturare le condizioni che hanno trasformato la Conferenza di Yalta nell’architrave di un sistema di poteri e contropoteri che ha retto il mondo per cinque decenni, il Manifesto di Ventotene e il Trattato di Roma in due pietre miliari dell’integrazione europea.

Possiamo dire che attorno al vertice di Ventotene stiano maturando oggi le condizioni di un futuro diverso dagli ultimi 10 anni di mezzi disastri?

E’ ovviamente difficile sostenerlo. Renzi deve superare le resistenze italiane alla nascita di una Terza Repubblica più efficiente delle prime due. Hollande deve ridurre la diffidenza dei propri connazionali nei confronti di un’Unione cui hanno sempre negato, più ancora degli inglesi, un ruolo sostitutivo alla Grandeur. Angela Merkel, che pure ha fatto molto per consolidare un modello politico ed economico convincente per l’Europa intera, deve rovesciare l’indolenza dei suoi concittadini, che minacciano continuamente la secessione nei confronti degli stati del Sud.

Tuttavia proviamo a pensare che questi tre leaderini senza statura rappresentino comunque un riferimento per noi europei e per molti partigiani della cultura occidentale che si dirigono verso il nostro continente, fuggendo da territori dominati dal terrore e dalle regole della sharia.

Le loro dichiarazioni e decisioni possono essere irrilevanti, se la storia è dalla loro parte, se la storia siamo noi.

 

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