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25 Giugno 2016 ~ 0 Comments

Un paio di lezioni dalla Brexit

Lo psicodramma collettivo della Brexit ci consegna due lezioni importanti.

Nel mondo globalizzato è illusorio pensare che i panni sporchi si lavino in famiglia. Gli inglesi “anziani e nazionalisti” hanno deciso di uscire dalla UE in base a ragionamenti e contrasti interni, ma gli effetti della loro decisione si sono scaricati subito su milioni di altre persone. Lo avevano calcolato? Sicuramente no, ma ne subiranno gli effetti lo stesso. L’immagine e la reputazione di tutti gli inglesi, anche dei più giovani ed europeisti, è cambiata in 24 ore. Con la semplice espressione di un voto gli anziani del Regno Unito hanno messo in crisi l’unione europea, ma anche la sicurezza dei loro conti personali e una coesione nazionale che dura da 400 anni. Dio salvi la Regina!

Brexit

 

 

 

 

 

 

Lezione 1 – Tutto quello che facciamo avviene in diretta. In un mondo organizzato per squadre nazionali, le divisioni interne non contano. Conta quello che pensano gli osservatori globali. Non ha importanza se Buffon, il vecchio, ha una strategia migliore rispetto a El Shaarawy, il giovane. Conta la qualità del gioco di squadra e contano risultati.

A spaccar tutto ci si mette un momento. Per ricostruire ci vogliono generazioni. Oggi le guerre non si combattono, fortunatamente, sui campi di battaglia, ma sui campi sportivi, sulle pagine dei giornali, nel segreto dell’urna. La dichiarazione di guerra dei cittadini britannici (esattamente come quella dei greci di un anno fa), ha suscitato l’immediata reazione contraria di tutti gli altri. Ha avuto e avrà conseguenze brutali sulle giovani generazioni. A cento anni dalla Grande Guerra sono svanite cannonate e trincee, ma non sono finiti i contrasti e le divisioni. La Gran Bretagna, come la Grecia, subirà l’ostracismo dei cittadini e degli investitori degli altri paesi (la Sterlina si è svalutata non a caso del 10% in un giorno).

Lezione 2 – L’Unione e l’Euro sono faticose conquiste. Non hanno risolto il problema degli squilibri regionali, della giustizia distributiva e dell’occupazione, ma sono un passo avanti, dal punto di vista della sicurezza delle famiglie e degli investitori. Tanto che è bastato il profumo di un ritorno allo schema delle monete e delle barriere nazionali, per produrre in un giorno effetti negativi peggiori di quelli indotti da tanti anni di inerzia delle istituzioni europee.

Siamo in mezzo al guado, ma dobbiamo pensare al futuro. Tornare indietro, al passaporto e a una Lira senza valore, è davvero la scelta migliore per i nostri figli e i nostri nipoti?

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