Home » Prima pagina » La produttività della filiera Giustizia

29 Maggio 2016 ~ 0 Comments

La produttività della filiera Giustizia

La qualità della giustizia è essenziale per fare rispettare leggi e contratti, tutelare i diritti di proprietà, gestire i conflitti fra soggetti economici e sociali. Una giustizia lenta, macchinosa, che dilaziona all’infinito il contenzioso tende, perciò, a far aumentare i costi dell’economia, disincentivando gli investimenti di maggiore portata e con rendimenti differiti nel tempo.

Il problema è diventato di drammatica attualità con le crisi bancarie. Se l’enorme ammontare di crediti incagliati è un’eredità della lunga recessione dell’economia, il costo delle sofferenze finanziarie tende tuttavia a crescere con l’allungamento dei procedimenti giudiziari. Tanto maggiore è l’incertezza di rendere esigibili i crediti, tanto maggiore sarà l’accantonamento a riserva. Di conseguenza, saranno minori le disponibilità di capitale per imprese e famiglie

Migliorare la giustizia è dunque un passaggio fondamentale per fare ripartire l’economia. Per l’Italia, tuttavia, il compito appare alquanto arduo: le cause accumulate sono cinque milioni e la durata media dei processi civili è, nei vari gradi di giudizio, tre volte superiore a quella dei principali paesi europei.

Esiste tuttavia una notevole differenza di performance fra un tribunale e l’altro. In base ai dati del Ministero della Giustizia, i migliori sono a Trento, Ferrara, Como e Bolzano, che hanno durate simili alla media europea. Fino a qualche anno fa il tribunale di Vicenza rientrava invece nella categoria dei peggiori, con una durata media dei processi in primo grado maggiore di 730 giorni e oltre un quinto delle cause giacenti da più di tre anni.

Come arrestare questa deriva ed entrare in una nuova fase di gestione della giustizia?

Il governo Renzi sembra intenzionato a seguire il modello adottato per Enti locali e Camere di commercio: bloccare i fondi, costringendo gli attori del sistema a trovare una qualche soluzione.

Nel caso della magistratura, cui la Costituzione affida ampi margini di indipendenza, il percorso appare in realtà più complesso. Tuttavia, se i tempi dei processi sono molto diversi da un tribunale all’altro, significa che, a parità di ordinamento, ci sono margini di miglioramento che possono essere introdotti attraverso innovazioni organizzative e tecnologiche: dalla digitalizzazione dei documenti agli accordi fra le parti sui tempi delle sentenze definitive, fino ad una più efficiente logistica dei processi, per evitare che i casi più complessi blocchino le cause più semplici.

Agli avvocati e agli altri agenti di giustizia non mancano gli strumenti per avanzare una proposta in linea con gli standard europei. Non manca neppure la volontà politica di organizzare tavoli locali di concertazione, con obiettivi condivisi e strumenti di verifica delle responsabilità.

Il problema è che sono ancora assenti concreti incentivi all’innovazione. Se non possono venire dal governo, bisogna cercarli sul mercato, attraverso organizzazioni in grado di aumentare l’efficienza del sistema e creare una nuova e più articolata offerta di servizi. Non solo, dunque, “negozi giuridici” tradizionali, ma strutture ben organizzate, specializzate ed efficienti, che possano anche differenziare il prezzo per un servizio a elevato valore aggiunto.

Se poi si creasse anche una Bad Bank giudiziaria, che si prende in carico il contenzioso pregresso, il salto di qualità sarebbe ancora più facile.

In ogni caso, il cambiamento è necessario. Non solo per rispondere alle esigenze dei cittadini, ma anche degli investitori internazionali, che si tengono alla larga dal territorio italiano per il timore di incappare in qualche processo senza uscita.

In questa direzione l’Italia potrebbe essere l’apripista di un’innovazione sistemica della giustizia che potrebbe fare scuola anche in altri Paesi. E Vicenza, in via sperimentale, potrebbe essere il laboratorio di un nuovo modo di “produrre” sentenze, in linea con la vocazione industriale e la capacità di innovazione del nostro territorio.

 

Giancarlo Corò e Paolo Gurisatti

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 29 maggio 2016 (© Il Giornale di Vicenza)

 

Per ulteriori dati e informazioni vedi la presentazione in allegato: https://speakerdeck.com/paologurisatti/avvocati-e-filiera-giustizia-in-italia

Leave a Reply