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03 Febbraio 2016 ~ 0 Comments

Aggregazioni nelle utility: tante chiacchiere e pochi fatti

Nelle manifestazioni di piazza dei giorni scorsi è apparso evidente, al di là delle diverse posizioni in campo, il paradosso della presenza di esponenti del governo contrari a provvedimenti sostenuti dal governo stesso. Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, ma si deve scegliere. Chi sta al governo deve assumersi la responsabilità di prendere decisioni. Altrimenti può tranquillamente passare all’opposizione o dalla parte della cittadinanza attiva. Ma non può stare con i piedi in due staffe!

Ahinoi, l’incoerenza politica non appartiene solo alla scena nazionale. Qualche giorno fa il direttore di questo giornale ha giustamente richiamato il sindaco di Vicenza a una maggiore coerenza e responsabilità verso la città e verso il territorio dell’intera provincia, di cui da più di un anno, ha assunto la rappresentanza istituzionale. Il tema è il progetto dell’alta velocità ferroviaria, su cui Variati è tornato a temporeggiare di fronte alle proteste di alcuni gruppi di cittadini. Proteste legittime, s’intende. Ma chi rappresenta le istituzioni non può prestare ascolto solo alla parte dell’elettorato che alza più la voce. Dopo decenni di colpevole indecisione, durante i quali Vicenza ha di fatto bloccato lo sviluppo di un’infrastruttura strategica per tutto il Nord Est, è arrivato il momento di scegliere un disegno di sviluppo coraggioso e di ampio respiro. Il gioco dei rinvii non regge più.

AIM Targa

Colla e Variati

 

 

 

 

 

 

Un’altra situazione in cui Variati sta al governo, ma, allo stesso tempo, anche all’opposizione, si è presentata con il recente e perentorio appello affinché AIM proceda a un’aggregazione industriale con altre imprese di servizio pubblico locale. Com’è possibile che Variati, dopo un’interminabile permanenza sullo scranno più alto del Comune, chieda di ottenere quanto ha finora lui stesso bloccato? Se AIM è rimasta la più piccola multiutility del Nord Italia la responsabilità è evidentemente anche del proprietario, cioè il Comune di Vicenza, non solo del management che si è succeduto in questi anni, per altro su nomina di Variati stesso. Se AIM fatica a trovare partner adeguati, è anche perché la proprietà ha finora sacrificato la strategia di crescita industriale dei servizi a scapito del controllo politico sulla gestione.

L’Italia come Vicenza ha un bisogno vitale di politici capaci di prendere decisioni, non solo di fare dichiarazioni. E ha un bisogno ancora maggiore di politici che, come diceva De Gasperi, non pensino solo alle prossime elezioni, ma alle future generazioni.

 

Giancarlo Corò e Paolo Gurisatti

Pubblicato (in formato ridotto) su Il Giornale di Vicenza del 3 febbraio 2016 (© Il Giornale di Vicenza)

 

 

PS – Questa è la versione originaria dell’articolo, rimasta in archivio per volontà dell’autore

Qualche giorno fa un editorialista del Corriere, esperto di questioni costituzionali, sottolineava come un paradosso la presenza di ministri del governo a manifestazioni di piazza in favore o contro provvedimenti legislativi del governo stesso.

Tutto è possibile in questo mondo, ma si deve scegliere. O si sta dalla parte di chi decide, nel governo e nelle istituzioni, o si rimane dalla parte di chi protesta o propone, nelle piazze, nei bar, tra i cittadini. Chi sta dalla parte del governo deve assumersi la responsabilità delle decisioni assunte o rinviate, senza se e senza ma. Altrimenti può tranquillamente passare all’opposizione o dalla parte della cittadinanza attiva. Ma non con i piedi in due staffe!

Amministratori che scaricano responsabilità proprie sugli altri e approfittano dei mass media o degli eventi popolari e atmosferici per ricavare il massimo di visibilità possibile, anche a scapito della coerenza dei propri comportamenti e delle proprie decisioni, non possono evitare di essere attaccati dai commentatori.

E’ la democrazia.

Qualche giorno fa il direttore di questo giornale ha pubblicamente richiamato Variati a una maggiore coerenza con il compito di primo cittadino e di decisore ultimo, nelle vicende amministrative della città. In quel caso il tema era la coerenza con decisioni prese a proposito della fermata in Fiera dei treni ad alta velocità e della riorganizzazione dei centri intermodali, punti di collegamento tra mezzi e modi di trasporto diversi, detti anche volgarmente stazioni.

Dopo decenni di totale indecisione, nel corso dei quali la città ha perso numerosi treni, è il momento che il sindaco decida se stare dalla parte delle istituzioni o dei cittadini. Si potrebbero citare altri casi, quali il dissesto idrogeologico (in termini volgari, l’alluvione) o la gestione delle utility locali (in altri termini le Aziende Industriali Municipalizzate), nelle quali il sindaco non ha saputo decidere in tempo.

Come è possibile che dopo una permanenza sullo scranno più alto del Comune, che supera di gran lungo quella dei senatori a vita, Variati chieda ancora oggi in tono perentorio e non si sa a chi: che si decida, perdio, sulle aggregazioni, sull’inserimento di AIM in strutture di servizio più grandi ed efficienti?

Chi sta dalla parte delle istituzioni, e per anni non ha deciso su un argomento di sua diretta competenza, non può permettersi di arringare popolo contro il Comune. Decida e basta!

 

Paolo Gurisatti (1° Febbraio 2016)

 

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