Home » Prima pagina » Camera senza vista

21 Dicembre 2015 ~ 0 Comments

Camera senza vista

Non c’è due senza tre. Dopo la riforma delle Province e la ristrutturazione delle Popolari si avvicina il momento di un radicale riordino della Camere di Commercio. Dal prossimo anno entra in vigore un decreto governativo che toglie risorse e dà nuove regole a quella che è stata, fino a ieri, l’istituzione chiave del nostro capitalismo provinciale.

Non stiamo qui a sindacare se il governo italiano possa, o potesse, fare di più. Prendiamo atto che il compito di procedere alla riforma, di ridisegnare il ruolo delle istituzioni economiche, è lasciato ai dirigenti locali. In larga misura rappresentanti delle associazioni di categoria.

Il Consiglio e la Giunta della Camera di Commercio di Vicenza devono decidere oggi se sia meglio limitare i compiti dell’istituzione loro affidata alla mera gestione dell’anagrafe delle imprese e dei servizi amministrativi connessi (SUAP ad esempio) oppure rilanciarne il ruolo come agenzia di sviluppo del territorio, come cabina di regia per un nuovo grande progetto territoriale.

CCIAA Vicenza

 

 

 

 

 

 

La Giunta si presenta con un piano di riduzione delle spese, una proposta di innovazione organizzativa (progetto burocrazia zero) e alcuni progetti di sostegno alla competitività delle imprese locali. Ma è ancora poco. Deve fare di più.

Il Consiglio ha sollecitato un percorso di ristrutturazione più ambizioso e coraggioso, che vada oltre la spending review, oltre la dimensione provinciale, in direzione di una regione metropolitana efficiente e competitiva (come la Carinzia o Rotterdam-Den Haag). Questo significa attivare un progetto di integrazione amministrativa che coinvolga in primis altre camere di commercio del Veneto Centrale, ma si estenda presto alle altre istituzioni territoriali: province, aggregazioni di comuni, fondazioni di territorio e agenzie di servizi.

Assumendo fino in fondo il ruolo di riformatori pubblici locali, i dirigenti della Camera di Commercio dovrebbero aprire un confronto con i colleghi delle province e delle altre istituzioni sottoposte a riforma (banche di territorio incluse) per una riorganizzazione complessiva dei servizi all’industria, allo sviluppo, al risparmio, alla formazione e al mercato del lavoro. Un patto tra istituzioni, insomma, che possa contribuire alla nascita di una regione innovativa.

E’ un percorso difficile e pieno di ostacoli, non solo giuridici e burocratici. Ma è un percorso necessario per restituire alle nostre imprese, ai risparmiatori, ai cittadini, un sistema amministrativo all’altezza delle loro aspettative.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 21 dicembre 2015 (© Il Giornale di Vicenza)

Leave a Reply