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28 Settembre 2015 ~ 0 Comments

Banca Popolare di Vicenza. Tutelare i piccoli azionisti

La questione della Banca Popolare di Vicenza è molto dibattuta non solo nelle prime pagine dei giornali e nelle sedi delle associazioni, ma anche nei tavoli delle famiglie coinvolte nel processo di ristrutturazione dell’azienda.

Sono in corso indagini della magistratura e analisi finanziarie che forniranno presto ulteriori indizi alla vasta platea di azionisti e correntisti che cercano di capire quale sia il destino dei propri risparmi e quali provvedimenti sia giusto adottare nel prossimo futuro, non solo per limitare le perdite, ma anche per garantire autonomia e indipendenza a quella che è giustamente ritenuta un’importante istituzione del territorio.

Un dato però è evidente. Si è scelta una strada di capitalizzazione incoerente con le regole. Le regole, belle o brutte che siano, vanno rispettate. In materia finanziaria o ambientale, devono essere tenute in considerazione dalle imprese private che operano su mercati aperti e, a maggior ragione, dalle imprese bancarie che amministrano fondi di proprietà dei cittadini.

BPVi

 

 

 

 

 

 

 

Il caso Volkswagen è emblematico di cosa accade quando si cercano scorciatoie sul fronte dell’ambiente. La truffa ai danni dei consumatori è venuta a galla, anche perché esistono sistemi di controllo, e il rinculo in termini di immagine, reputazione e quote di mercato è rilevante. Il caso della Banca Popolare di Vicenza non è diverso, in campo finanziario. La scorciatoia scelta per ricapitalizzare la società sta generando effetti peggiori di quelli ipotizzati all’inizio dal gruppo dirigente. Il mezzo scelto per raggiungere il fine si sta rivelando un azzardo, proprio perché contro le regole che tutelano il mercato.

E’ umano dunque fare quadrato attorno al gruppo dirigente, ma non è sufficiente. Nel caso Volkswagen la Germania tutta sembra disponibile ad attutire il colpo, assicurando ai consumatori un rimborso del danno generato. Ma cosa è oggettivamente possibile fare a Vicenza e nel Veneto per compensare le perdite dei soci e dei risparmiatori BPVi? Non basta affermare che la strategia seguita finora da Zonin, più o meno in buona fede, ha impedito perdite analoghe a quelle delle altre banche quotate in borsa. Si tratta di definire un programma in positivo, chiaro e trasparente, che tuteli il futuro dei piccoli azionisti.

Qui si gioca la cifra di un gruppo dirigente che sa rappresentare la comunità.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 28 settembre 2015 (© Il Giornale di Vicenza)

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