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06 Agosto 2015 ~ 0 Comments

Difficile rapporto tra cittadini e Stato

Uno Stato amico del cittadino? Una pubblica amministrazione più efficiente? Difficile crederci. La riforma in corso di attuazione dall’attuale governo è senza dubbio meritoria, necessaria, ma farà fatica a cambiare verso ai rapporti tra cittadini e Stato.

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Mentre si annunciano provvedimenti importanti per prevenire la corruzione e lo sperpero di denaro pubblico, mancano azioni concrete capaci di frenare lo stillicidio di provvedimenti e sanzioni che penalizzano i cittadini, e le imprese, non su questioni di sostanza, ma su dettagli formali.

Gli esempi si sprecano. Multe per eccesso di velocità, a 60 km orari, in arterie extra-urbane infarcite di cartelli segnaletici contraddittori, che nessuno controlla più, poiché cambiano ogni venti metri. Multe per evasione dell’IMU sulla prima casa, comminate a integerrimi proprietari che magari non hanno comunicato in tempo un cambio di interno nella rampa di scale in cui vivono da cinquant’anni. E altro di simile.

Questo stillicidio ha un unico effetto: getta discredito sulle istituzioni, crea sfiducia nei confronti dei pubblici dipendenti, aizza comportamenti vendicativi. Genera quella sensazione di oppressione burocratica che diventa ogni giorno più insopportabile. E induce a comportamenti illeciti nella sostanza, anche se formalmente ineccepibili, come l’elusione fiscale, l’uso strumentale delle deroghe e dei benefici ad personam o ad categoriam e altri piccoli trucchi che commercialisti, notai e avvocati conoscono a menadito.

Fino a quando questo o un altro governo non sarà in grado di spazzare via la cultura dei cavilli formali, che impestano la vita quotidiana dei cittadini e delle imprese, non ci sarà riforma vera, non ci sarà fiducia nello Stato e maggiore efficienza.

E’ un problema tutto italiano, che deriva non solo dalla vetustà dell’organizzazione dei ministeri e degli enti regionali e locali, ma anche dalla qualità e dalla cultura dei dipendenti pubblici, dalle consuetudini che guidano il rapporto tra fornitori e utenti nei servizi pubblici.

Possiamo già immaginare la levata di scudi dei tanti ottimi lavoratori e loro rappresentanti che non si ritrovano in questa narrazione. Quelli che ogni giorno cercano la sostanza dei problemi e provano a risolverli, facendo slalom tra i vincoli formali, le procedure, gli iter interminabili, i protocolli, i ricatti organizzativi e politici. Ma il risultato finale non cambia.

Il governo fa bene a intervenire, ma sentiremo ancora a lungo la frase: lei ha ragione, ma, vede, nella nota a piè pagina del regolamento…

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 6 agosto 2015 (© Il Giornale di Vicenza)

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