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07 Luglio 2015 ~ 0 Comments

Tensioni nazionalistiche in Europa

La Grecia ha dichiarato guerra all’Europa. Dopo aver sprecato per anni i soldi ricevuti per le riforme strutturali, si è schierata in una notte contro Bruxelles, con atteggiamento di sfida. Tsipras e Varoufakis sono riusciti a mobilitare il popolo greco in difesa di una linea oltranzista, che punta a scaricare le responsabilità del disastro attuale sulle spalle delle istituzioni europee e dei passati governi del paese. Una linea comprensibile, apparentemente inevitabile, ma destinata a suscitare reazioni uguali e contrarie in altre regioni del Vecchio Continente.

Varoufakis

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per quanto gli altri europei possano essere d’accordo con i giudizi severi nei confronti dell’austerity, è oggettivamente difficile perdonare ai greci ogni responsabilità degli eccessi condivisi con entusiasmo negli anni delle vacche grasse europee. Anche in Italia, Spagna e Portogallo i cittadini si fanno carico dei disastri ereditati. Stringendo i denti.

Solo la politica della crescita può aiutare a risolvere i problemi europei, ma nessuno può fa finta che il passato non gli appartenga.

Non vogliamo essere schiavi di nessuno! diceva una manifestante di piazza Syntagma. Sei schiava del tuo passato, come noi. Ma se non accetti la mano tesa, ti arrangi da sola… hanno pensato molti europei dall’altra parte del video.

Dietro alle banche ci sono i nostri soldi, i nostri risparmi. Tutti si aspettano che tornino indietro. Possono avere pazienza, in nome del bene comune, della bandiera europea, ma non di una bandiera locale, agitata, per giunta, contro di loro!

Il patto sociale si regge sulla buona fede e sulla buona volontà reciproca, sul controllo dei conti, sulla garanzia del rientro dei debiti. Quando, per qualsiasi ragione, questi principi non fossero assicurati, verrebbe meno la coesione e la solidarietà minima tra concittadini.

Accusare l’Europa di strozzinaggio può anche essere giusto, ma senza chiamarsi fuori dalla bandiera comune. Un simile strappo è difficile da perdonare. Le dimissioni di Varoufakis arrivano troppo tardi. L’opinione dei lavoratori europei, per tante ragioni solidali con il popolo greco, è già cambiata.

E meno male che la Commissione Europea non decide di indire un referendum, per chiedere se deve continuare o meno a dare soldi alla Grecia. Allora sì che sarebbe davvero la guerra.

Le bandiere greche di piazza Syntagma hanno cambiato la prospettiva, hanno trasformato un problema economico in un confronto nazionalistico. E in Europa questi confronti finiscono sempre male.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 7 luglio 2015 (© Il Giornale di Vicenza)

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