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20 Giugno 2015 ~ 0 Comments

Il fiato e il secchio bucato

Il fiato e il secchio bucato. Questi sono i fondamentali che i mercati considerano per dare fiducia ai paesi.

Se le uscite di uno stato nazionale superano tendenzialmente le entrate, i mercati fermano i prestiti. Nel caso della Grecia i problemi strutturali sono impressionanti. Nonostante i tagli al bilancio pubblico, le riforme e gli accordi sottoscritti negli ultimi cinque anni, le uscite superano ancora, in modo strutturale, le entrate.

Per varie ragioni i governi greci non riescono a tagliare le spese per le pensioni, la sanità, i salari e gli stipendi della pubblica amministrazione, ad Atene. Dai territori periferici non arrivano flussi di cassa sufficienti: né dalle isole del turismo, né dalle industrie presenti nei pochi poli produttivi dell’interno.

Il deficit non si riduce e arriva il default, il fallimento. E’ inevitabile. Nonostante gli aiuti europei o di Putin. Gli aiuti servono a tamponare la falla nel breve periodo, ma non sono in grado di aggiustare i fondamentali. I greci non hanno più fiato sufficiente per riprendere a lavorare e ripagare l’enorme debito accumulato negli anni in cui mungevano la mucca europea. L’Europa non è in grado di aiutarli, perché non ha strumenti di intervento diretto. Non può mandare un commissario o un altro governo legittimo. Non fa investimenti veri.

Tsipras

 

 

Merkel Obama

 

 

 

 

 

Una situazione analoga si prospetta in Italia, anche se non la vogliamo vedere. Il nostro secchio bucato fa uscire più soldi di quelli che entrano. Perché le leggi, i diritti acquisiti, le sentenze della Consulta allargano il buco, mentre i flussi in entrata si riducono tendenzialmente. I giovani guadagnano meno dei loro genitori, sono spesso disoccupati e saranno presto una componente minoritaria della popolazione. Non hanno fiato sufficiente per ripagare le pensioni e il debito accumulato dai genitori.

Nei giorni in cui emergono buchi che nessuno, almeno all’estero, sospettava, sono in molti a staccare la spina. Succeda quel che succeda, tanto… aspettare non serve!

La comunità europea, premio Nobel per la pace, vacilla. Se ogni stato è libero di farsi male da sé, se non c’è crescita, se non c’è politica di sviluppo vera, se non c’è coesione il resto del mondo è autorizzato a pensare che i fondamentali dell’Europa non siano a posto, a prescindere da quelli della Grecia o dell’Italia.

Ecco perché la crisi greca è diventata importante. Perché ha messo allo scoperto difetti strutturali della costruzione europea. Sta innescando una reazione a catena le cui conseguenze sono davvero imprevedibili.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 20 giugno 2015 (© Il Giornale di Vicenza)

 

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