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01 Aprile 2015 ~ 0 Comments

Ancora sui conti dell’INPS. Non sono a posto…

Tito Boeri, nuovo presidente dell’INPS, ha fatto un passo avanti rispetto ai suoi predecessori. Si è preso la briga di controllare i dati sui contributi versati, da ciascun contribuente, in rapporto alla rendita corrisposta.

A quanto pare ha trovato numerose posizioni anomale, che certificano l’esistenza di pensioni troppo elevate rispetto ai contributi versati. In parole povere ci sono molte persone che percepiscono un vitalizio a carico della collettività. Anche a carico di quei giovani precari, che si spaccano la schiena per sanare il debito pubblico, ma non avranno mai una pensione analoga a quella dei genitori.

Boeri

 

 

 

 

 

 

Di fronte a questo tipo di situazione si pongono due problemi, uno etico e uno politico.

Il problema etico riguarda i percettori del vitalizio. I pensionati che hanno una rendita più alta di quanto oggettivamente dovuto, quale che sia la fonte del diritto acquisito, dovrebbero rinunciare al privilegio.

E’ il caso del consigliere regionale del Veneto, Gennaro Marotta, che confrontando la rendita garantita dal sistema regionale, 600 mila Euro e passa, con i contributi versati, 80 mila Euro, ha deciso di sua spontanea volontà di rinunciare alla rendita.

Un simile ragionamento non hanno fatto molti altri percettori di vitalizi. Tra i più noti, Mario Capanna, ex-parlamentare, e i magistrati che, sottoposti a un prelievo di solidarietà da parte del governo Monti, ben conoscendo le leggi dello Stato, hanno fatto causa allo Stato medesimo e si sono fatti restituire il diritto di spendere.

Qui si pone il problema politico dell’equità e del ruolo dal garante sommo dell’uguaglianza: lo Stato nazionale.

Se in passato, sia pure seguendo procedure legittime, il Parlamento, in nome dello Stato Italiano, ha deciso di assicurare diritti particolari a particolari categorie di cittadini, e questo non è patentemente sostenibile ed equo, come si torna indietro, come si cambia direzione?

A questo proposito il ragionamento sui diritti acquisiti è simile a quello sulla prescrizione. Quando si capisce che una situazione non è sostenibile, ma è troppo tardi, si perdona l’errore a chi lo ha commesso, e tanti saluti.

Boeri ci dice oggi che i conti dell’INPS non sono a posto e che sarebbe opportuno, per evitare un conflitto generazionale spiacevole oltre che oneroso, cambiare verso prima che sia troppo tardi. Ce la farà? Dipende dalla sensibilità etica delle passate generazioni, dalla rappresentanza politica di quelle future e da una riforma sostanziale del nostro Stato.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 3 aprile 2015 (© Il Giornale di Vicenza)

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