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16 Dicembre 2014 ~ 0 Comments

Solo una famiglia su 10 riesce ancora a risparmiare

Abbiamo le gomme sgonfie. Siamo senza fiato e (quasi) senza speranza. Dopo anni di crisi pesante, poco più di una famiglia su dieci riesce a risparmiare qualcosa e nessuno crede più che la ripresa, quella vera, possa arrivare prima di almeno due anni.

Eppure dobbiamo reagire. Dobbiamo tornare sulla ruota dei primi. La debolissima ripresa, che sta faticosamente arrivando, non avrà la forza di colmare il divario che ci separa dalla situazione pre-crisi, ma rappresenta un appiglio a cui dobbiamo attaccarci con tutte le nostre energie.

Dobbiamo trovare il coraggio di immaginare un futuro e nuove linee di investimento, che possano ri-generare il risparmio che manca. Da buoni maestri di economia sappiamo che il risparmio viene dopo gli investimenti, produttivi, e non vice-versa. Se abbiamo esaurito le scorte, sarà anche per colpa di Roma ladrona, ma in larga misura è colpa dei limiti del nostro modello di crescita.

Keynes

 

 

 

 

 

 

 

 

Siamo un po’ più vecchi e un po’ più stanchi. Per un attimo abbiamo pensato di poter guardare al futuro in termini di conservazione e di rendita. E ci siamo sbagliati. Siamo ancora in pista e dobbiamo pedalare. Sennò perdiamo il contatto con il gruppo di testa.

E non è facile inventare una strategia di rilancio. Chiediamoci perché i giovani scappano, perché il patrimonio immobiliare, nostro vanto fino a pochissimi anni addietro, è diventato un fardello “fiscale” insostenibile, chiediamoci dove le nostre piccole imprese manifatturiere e i nostri distretti, che pure resistono sulla frontiera dell’export, hanno bisogno di manutenzione.

Proviamo a de-costruire il modello di sviluppo estensivo e a re-inventare il paesaggio. A ripensare il ruolo delle città più piccole e dai paesi di montagna, così come quello delle aree centrali che servono ad attirare capitali, talenti e flussi di traffico.

In un mondo fatto di poli metropolitani, in competizione tra loro, abbiamo bisogno di anche noi di essere un’area metropolitana più forte, agganciata al gruppo di testa.

Non abbiamo alternative. Prima costruiamo una regione competitiva, con un assetto metropolitano adeguato, e prima usciamo dalla crisi in cui siamo, tornando a vedere un po’ di risparmio.

Chiediamo dunque ai candidati che scendono in pista, per le elezioni regionali, di tirare un poco anche loro, sulla pista del rinnovamento. Questa volta non possono fallire, posticipare, passare il tempo a lamentarsi di Roma o dei responsabili delle ruberie e dei ritardi passati. Devono pedalare più in fretta.

Chiediamo agli imprenditori di punta di riformare le associazioni e le camere di commercio, di ricostruire una visione di industria e di territorio, oltre lo sforzo encomiabile del sostegno alle singole imprese.

Altrimenti il risparmio non torna! Non torna la fiducia nel nostro territorio e nelle sua capacità di governare la crisi.

 

Pubblicato su Il Gazzettino del 16 Dicembre 2014 (© Il Gazzettino)

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