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15 Ottobre 2014 ~ 0 Comments

Velocità e rigore

Il tema della velocità ha fatto irruzione nel linguaggio politico all’inizio dell’anno. Renzi è veloce dicevano gli osservatori. Nonostante i tanti nemici impegnati a gettare sabbia negli ingranaggi della macchina pubblica, riuscirà a saltare alcuni passaggi e a portarci fuori dal pantano, dentro una nuova Europa.

A distanza di mesi qualche dubbio serpeggia. Ma il problema della velocità resta prioritario in Italia e in Europa.

Nei paesi nei quali le riforme sono state fatte rapidamente, come Grecia, Spagna e Portogallo, la situazione delle famiglie è peggiorata, ma non quella della res-publica. E adesso quei paesi possono ripartire, usando lo Stato come volano di crescita.

Se l’Italia si fosse mossa più rapidamente, potremmo accelerare anche noi. Assieme agli altri. Ma non lo abbiamo fatto. Siamo rimasti impantanati nei riti mediocri della nostra burocrazia. Genova insegna!

E all’Italia si è aggiunta la Francia… da qualche tempo. La Grandeur ha sempre avuto una macchina amministrativa migliore della nostra, ma sta finendo in un pantano analogo al nostro. E così, l’Europa nel suo insieme si sta fermando. Perché due partner chiave non stanno facendo abbastanza velocemente le riforme strutturali promesse.

Né l’Italia, né la Francia hanno saputo approfittare dell’Euro e dei tassi di interesse vicini a zero, per ridurre e cambiare la spesa pubblica. Bisognava farlo negli anni delle vacche grasse. Oggi è tardi. E tutto si blocca!

Questo mette gli stessi sostenitori del rigore in grande difficoltà. Il rigore è una strategia che trova attuazione in due tempi: prima si taglia la spesa inefficiente e poi si accelera con nuovi investimenti, anche pubblici. Ma il percorso deve essere breve. Se il primo tempo non parte mai, il secondo non arriva per definizione. Il rigore non è una strategia di lungo termine. Funziona solo se la successione dei tempi è ragionevolmente veloce.

L’Italia e la Francia non lo hanno capito. Stanno mangiandosi il dividendo prodotto dai bassi tassi di interesse, rinviando le decisioni importanti. Spagna, Grecia e Portogallo hanno fatto i compiti a casa e sono pronte a ripartire. Noi no. E con noi si ferma tutta l’Europa.

Per questa ragione la velocità deve tornare di moda. Altrimenti perdiamo il ruolo di nazione importante in Europa. Dobbiamo mostrare uno scatto di orgoglio e di civiltà democratica. La velocità non è un problema di Renzi. E’ un problema di tutti. Burocrati e avvocati, sindaci e dirigenti di associazione. Tutti dobbiamo muoverci più velocemente.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 15 Ottobre 2014 (© Il Giornale di Vicenza)

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