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29 Luglio 2014 ~ 0 Comments

Il punto debole del governo

Renzi continua a dire che dobbiamo avere pazienza. Che è in grado di andare avanti. Da solo. Tuttavia, l’ostruzionismo dei gruppi di opposizione, alla riforma del Senato, così come il rallentamento dell’ormai mitica riforma elettorale, fanno nascere qualche dubbio. Prigioniero dei partiti, delle minoranze chiassose, delle lobby dei dirigenti e delle grandi imprese protette, Renzi fatica a valorizzare il consenso che la società civile gli ha messo a disposizione. Con effetti che potrebbero essere negativi a breve termine.

Prendiamo ad esempio la ristrutturazione delle scuole.

edificio scoalstico

 

 

 

 

 

 

 

La macchina amministrativa, cui spetta il compito di trasformare gli edifici scolastici, non sembra in grado di rispettare gli obiettivi assegnati. Anche la semplice tinteggiatura delle pareti sta impantanandosi in un ingorgo di cavilli e procedure che frenano gli interventi annunciati.

Tutti sanno che la pubblica amministrazione è una melassa. Hanno imparato a loro spese, come genitori, che senza assicurazioni e senza permessi non è neanche possibile avvicinarsi a un edificio scolastico e attivare iniziative volontarie di piccola manutenzione. Portano pazienza, ma vorrebbero sapere come si interrompe questo circuito vizioso, come si può impedire che il processo di ristrutturazione possa bloccarsi. Attraverso percorsi ordinari e non attivando poteri speciali.

Se questo non avverrà, è molto probabile che si diffonda tra gli stessi sostenitori di Renzi la convinzione che il gioco dello scaricabarile continui in eterno, che il governo non ce la può fare e che le riforme, anche quelle più semplici, in Italia non sono concretamente possibili.

Quanto sta accadendo nella scuola è uno snodo critico del rapporto tra il governo riformista “ultima spiaggia” e il Paese. O Renzi riesce a mostrare che può cambiare davvero il funzionamento della macchina pubblica oppure tutto si annacqua di nuovo, con grande scorno suo personale e di tanti volonterosi.

Ogni giorno che passa, diventa sempre più chiaro che la riforma amministrativa è la madre di tutte le riforme. Richiede un disegno efficace, una concreta strategia di azione, di comunicazione e di partecipazione. Che finora non si è vista. E’ un argomento al quale il governo dovrebbe dedicare maggiore attenzione, se non vuole perdere di credibilità.

Dica il governo in modo chiaro come intende risolvere il problema delle responsabilità. A chi spetta il compito di coordinare i progetti annunciati, anche quelli più semplici, chi sarà giudicato sulla base dei risultati raggiunti e in quali tempi.

Solo in questo modo potrà rassicurare la cittadinanza, mobilitare la società civile e contribuire a far emergere un nuovo concetto di istituzione pubblica nel nostro paese.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 29 Luglio 2014 (© Il Giornale di Vicenza)

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