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07 Maggio 2014 ~ 0 Comments

Partecipazione dei lavoratori agli investimenti aziendali. Vicenza in pole position

Ci sono almeno due buone ragioni per guardare con interesse all´ipotesi di partecipazione dei dipendenti all´investimento, sia pure nella ristretta fascia delle imprese strutturate del Vicentino.

In primo luogo perché questo rende più facile interpretare il percorso di crescita del nostro sistema produttivo. In assenza di organizzazioni o enti che si occupano di politica industriale, la costruzione di luoghi di dibattito tecnico, formale, sugli investimenti futuri, può dare un contributo di chiarezza e informazione per tutti, lavoratori, cittadini e fornitori di beni e servizi territoriali.

In secondo luogo perché spostare l´attenzione sui temi della produttività e dell´efficienza industriale costituisce una novità positiva, in un sistema che negli ultimi anni si è un po´ fermato, orientandosi in modo eccessivo alla ricerca di rendite finanziarie e immobiliari.

Insomma tornare a parlare di industria come di un posto sicuro in cui investire i risparmi è una buona notizia. Di un ritorno in azienda c´è grande bisogno in un sistema produttivo che ha spostato buona parte dei suoi processi decisionali fuori dai luoghi di lavoro, fuori dall´intesa tra le parti. L´ipotesi di investire in azienda quote di reddito controllate dai lavoratori è stata avanzata l´anno scorso dal presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto, ripresa nei giorni scorsi da Gianfranco Refosco, segretario della CISL cittadina, e discussa in occasione del recente incontro con il ministro Poletti.

Le proposte di Zigliotto e Refosco recuperano l´idea di una partecipazione azionaria dei dipendenti o di un coinvolgimento delle rappresentanze sindacali nelle decisioni strategiche dell´impresa, che possa dare risultati importanti. In Germania, negli Stati Uniti, in Giappone questa scelta ha dato buoni risultati dal punto di vista economico e della sicurezza del lavoro.

Le imprese, soprattutto quelle più grandi, sono ancora oggi un laboratorio di sviluppo. Al loro interno le decisioni strutturate secondo modelli formali, possono ancora influenzare le decisioni collettive fuori dai cancelli della fabbrica. I dirigenti impegnati a spiegare agli azionisti e ai rappresentanti dei lavoratori, le strategie evolutive dell´impresa, possono ancora dare un contributo alla pianificazione del territorio.
Anche se queste situazioni si sono ridotte numericamente nel tempo, in parallelo con la crescita dei distretti e delle reti di piccola azienda, la logica della co-decisione sugli investimenti futuri e sulla creazione di nuovo lavoro non è del tutto scomparsa. Anzi, molte nuove attività nascono proprio da accordi tra impresa e lavoratori che decidono di mettersi in proprio.

Trovare forme di sostegno a questi processi è senza dubbio un modo efficace di affrontare la crisi.

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 7 Maggio 2014 (© Il Giornale di Vicenza)

 

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